Fidelia Catalano e la sua "Assenza"

La presentazione della scultura al Castello Angioino di Mola

lunedì 4 luglio 2016 7.38
A cura di Giuseppe Tedone
Si è svolto il 30 giugno scorso il finissage della mostra Castello Interno-Esterno presso il Castello Angioino di Mola di Bari. Si tratta della prima mostra organizzata dalla Cattedra della Scultura dell'Accademia delle Belle Arti di Bari a cura di Kim Hwal Kyung e Mauro Antonio Mezzina con testo critico di Giusy Petruzzelli.

Tra gli artisti che hanno esposto le loro opere c'era anche la scultrice ruvese Fidelia Catalano, studentessa dell'Accademia delle Belle Arti. Frequentando il corso di scultura, ha portato la sua passione anche nelle associazioni di volontariato di cui fa parte: NoixVoi e Terzo Animo. Proprio con quest'ultima ha contribuito alla riqualificazione della biblioteca comunale, ma non solo: l'ultima sua collaborazione l'ha vista impegnata nelle realizzazioni di porte storiche per la quarta edizione del corteo storico Ruvo, Carafa e la Leggenda organizzato dal centro studi Cultura et memoria.

Ma è Assenza il titolo che Fidelia ha voluto dare alla sua opera presentata a Mola. «Nella sua scultura il soggetto conosce e guarda all'esterno, e vede il mondo come rappresentazione di se stesso. Alla base c'è la sofferenza, e la volontà di vivere provoca l'afflizione. Quindi non esiste il piacere ma la chiusura del dolore, la stessa assenza diventa tensione. Il dolore in sé provoca la mancanza di comunicazione nei confronti degli altri: l'assenza è di tutti, ma l'uomo soffre di più perché ne è più cosciente. - ha spiegato - Il progetto prevede una forma esterna del cubo, una barriera protettiva di noi stessi e una forma interna, un busto di una donna che rappresenta me stessa in tutte le sue sfaccettature, bianca perché simbolo di identità dell'essere stesso.»

«L'opera - ci dice Fidelia - vuole raccontare me stessa, la mia timidezza. Ho scelto di rappresentare un mezzo busto che ricorda il la scultura classica. Il busto da l'impressione di cadere, per indicare il crollo della mia debolezza. I fili di nailon invece rappresentano le mie paure che mi intrappolano, mi bloccano e mi allontanano dalla realtà. Ci sono fili liberi che possono essere mossi e rappresentano le paure, le angosce che mi vengono afflitte e che queste persone possono controllare e manovrare. In fine il cubo rappresenta il mio guscio protettivo (la mia timidezza). Trasparente perché sono stanca di nascondermi e voglio che gli altri vedano chi sono veramente e ciò che mi stanno facendo»

Presenti anche le opere di Alessia Lastella, Raffaele Vitto, Teresa Maffiola, Aurora Avvantaggiato, Maria Cristina Paradiso, Fidelia Catalano, Daniela Buscicchio, Daniela Giglio, Nicola Illuzzi, Raffaella Torelli, Rosalba di Pierro.
Foto Opera
Foto Opera Fidelia Catalano
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