In ricordo di Nicola Stragapede, cantore delle nostre tradizioni

Secondo incontro culturale calentanese organizzato dalla Pro Loco

venerdì 26 agosto 2016 8.03
A cura di Teresa Fiore
Una serata all'insegna dei ricordi e delle emozioni è stato il secondo incontro culturale calentanese organizzato dalla Pro Loco ruvese per commemorare la figura adamantina del maestro Nicola Stragapede.

Ad introdurre la manifestazione è stato il presidente della Pro Loco, Rocco Lauciello, che addolorato ha letto il messaggio di cordoglio e di vicinanza da lui inviato alle Pro Loco delle zone colpite dal tragico terremoto. Un incipit che ha segnato il folto pubblico presente, ancora scosso dalle drammatiche notizie delle ultime ore.

Ha commosso la platea la visione della video-intervista al maestro, registrata in occasione della campagna "Abbraccia l'Italia", nella quale è emersa l'importanza che le tradizioni e le lingue locali hanno in un processo di riscoperta delle proprie origini e di costruzione del proprio futuro.
Divenuto maestro di scuola elementare, Nicola Stragapede ha dedicato la sua vita non solo all'insegnamento nelle aule, ma si è dimostrato un vero e proprio maestro di vita per molti. Tra i suoi "allievi", vi è certamente lo storico locale Cleto Bucci, console regionale del Touring Club, che ieri sera ha aperto il suo intervento ricordando che il maestro Nicola amava ispirarsi a Quintiliano, grande oratore romano e fautore dell'idea che un vero maestro è colui che tratta i propri allievi come fossero suoi figli. Un maestro, Nicola Stragapede, culturalmente aperto a diversi ambiti, sempre pronto a recuperare le tradizioni, attraverso la creazione di un gruppo folk, la rettifica di canti popolari, raccolte di proverbi dialettali ruvesi e il recupero di un linguaggio che col tempo si andava perdendo. Un grande maestro, ha ricordato Bucci, sempre impegnato a inventare nuovi mestieri e a far emergere nuove idee; una persona impegnata nella politica e in diversi altri ambiti che, negli anni Sessanta, ha dato vita alla realtà della Pro Loco ruvese, non abbandonandola mai, tanto da essere nominato, nel 1995, Presidente Onorario dell'associazione.

"Buttare la rete a mare e pescare quanto più possibile". Era questo il motto del maestro Nicola; un motto che lo rappresentava e continua a rappresentare quella che è stata la sua vita fatta di cose semplici ed essenziali, di tradizione e di innovazione, con lo scopo di far giungere la cultura, attraverso i gesti e le parole, a una vasta platea e soprattutto a quella meno acculturata.

Una persona dalle mille storie e dai tanti insegnamenti che non si dimenticava della sua numerosa famiglia, della moglie e dei sue sette figli. Padre orgoglioso ed esemplare, così definito anche dal figlio maggiore, Francesco Stragapede che, presentando "Lo Zibaldone", una raccolta di documenti la cui anima è stata creata dal maestro e la cui struttura è stata curata dal lui stesso, ha ricordato il padre come "il cantore della storia e delle tradizioni locali", capace di aver fatto acquisire al dialetto una dignità storica.

Particolare, incisivo e piacevole è stato l'intervento di Giacomo Campanale (Università della Terza Età) che ha recitato racconti dialettali raccolti dal maestro Nicola durante la sua esistenza, spiegando al pubblico i termini dialettali oggi meno utilizzati.

Per ultimo l'intervento della moglie di Nicola Stragapede, la signora Luigina, donna esemplare che, con poche parole, ha ricordato le belle esperienze vissute col marito e ha condiviso con i presenti tutte le sue emozioni.

Nicola Stragapede è sicuramente da annoverare tra i figli della nostra terra che più si sono spesi per promuovere e preservare l'immenso patrimonio ruvese.