Indice della criminalità. Quanto è sicura l'area metropolitana di Bari?

Il report del Sole 24 Ore: preoccupano i furti d'auto. Bari è al quarto posto con 548,3 denunce ogni 100.000 abitanti

venerdì 30 ottobre 2020 7.27
A cura di Nicola Miccione
C'è anche l'area metropolitana di Bari fra le prime dieci province italiane per furti d'auto: 6.850 le denunce, ben 548,3 ogni 100.000 abitanti secondo la classifica del Sole 24 Ore che fotografa le denunce registrate relative al totale dei delitti commessi sul territorio barese nel 2019. Qui tutti i dati.

Le variazioni sono estremamente positive se paragonate all'anno precedente (-11,5% rispetto al 2018, e questo bisogna evidenziarlo, nda) ma la provincia di Bari, che nella classifica generale dei reati si piazza al 27esimo posto (su 106 in totale) con 46.932 denunce, preceduta da Foggia e seguita da Brindisi, si conferma terra di approvvigionamento di veicoli, poi instradati in traffici internazionali o cannibalizzati e sfruttati per alimentare il mercato dei pezzi di ricambio.

E nel 2020, invece? Il database interforze sull'attività criminale, gestito dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno, registra un calo in media del 25,9% dei delitti commessi e denunciati durante i primi sei mesi dell'anno. Dal 1 gennaio al 30 giugno, ad esempio, in tutta la Puglia, i furti d'auto hanno subìto un calo del 35,6% soprattutto a causa delle limitazioni alla libertà di circolazione, un fatto eccezionale che ha ovviamente influito su questo tipo di reato.

A far calare il numero delle denunce, inoltre, anche gli appositi servizi di controllo del territorio urbano e rurale che le unità della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza continuano sistematicamente a svolgere nei confronti di criminali specialisti che dapprima rubano, poi smontano, tagliano e depredano - per farne pezzi e alimentare così il redditizio mercato clandestino della vendita dei ricambi - e infine incendiano auto rubate in tutto l'hinterland barese.

Tuttavia il numero delle denunce per i furti d'auto (merita un focus a parte il business dei suv delle società di noleggio, in forte crescita negli ultimi anni, appetibili per i ladri che in esse trovano un prezioso bacino di vetture di ultima generazione, nda) sembra ormai un trend consolidato, così come la diminuzione dei veicoli recuperati nelle campagne, in quella che rappresenta una vera piaga del territorio da parte di bande che scorrazzano sull'asse nord barese-sud foggiano.

Le auto prese di mira spariscono in pochissimo tempo, in alcuni casi addirittura in un pugno di minuti: le auto, spiegano gli investigatori, vengono rubate in base alla precisa richiesta che arriva dei pezzi di ricambio, portate ad una folle velocità (oltre i 180 chilometri orari) lungo la strada provinciale 231 fra il nord barese e il sud foggiano (in particolar modo a Cerignola, «lo snodo principale del più grande mercato di autovetture rubate», nda) occultate e infine cannibalizzate.

Un fenomeno sempre in fermento che, secondo gli investigatori, vede coinvolte vere organizzazioni criminali al cui interno opera una "squadra operativa" dedita al furto del mezzo, la "squadra dei tagliatori" che seziona le auto e infine una "piattaforma logistica" in grado di ripulire i pezzi nei circuiti dei demolitori compiacenti - Cerignola, un paese di circa 60.000 abitanti, ha all'incirca 50 demolizioni dichiarate -, utilizzando anche documentazione apparentemente lecita.

I mezzi di cui i ladri dispongono non sono certo rudimentali, ma di quelli sofisticati: il Jammer per schermare i segnali gps oppure il lettore Obd, codificatore delle chiavi. Ma ci sono anche quelli che rubano un'auto spingendola con un'altra. Anche in pieno giorno, ma sempre con spregiudicata disinvoltura.