Merci contraffatte, più di 11 milioni di prodotti sequestrati in Puglia

2,4 milioni solo in provincia di Bari

venerdì 22 gennaio 2016
Sono numeri da capogiro quelli del mercato pugliese delle merci "taroccate".

Dal 2008 al 2014, sono stati sequestrati 11.373.000 prodotti. Più precisamente, 3.839.000 accessori di abbigliamento, 2.457.000 capi di abbigliamento, 1.886.000 paia di calzature, 991mila occhiali, 478mila apparecchiature elettriche, 387mila orologi e gioielli, 184mila giocattoli e giochi, 68mila cd, dvd, cassette, 62mila profumi e cosmetici, 34mila apparecchiature informatiche e 987mila merci di varia natura.

È quanto emerge da un'indagine condotta dal Centro studi di Confartigianato imprese Puglia su dati dell'Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza.
Dati preoccupanti, che - riporta Confartigianato - non sono che la punta dell'iceberg rispetto al giro d'affari del settore.

Conduce la poco invidiabile classifica la provincia di Lecce, con 3.623.000 articoli sequestrati, segue Bari, a quota 2.621.000, Taranto (1.747.000), Foggia (1.709.000), Brindisi (1.627.000). Chiude la Bat con 47.000 merci sequestrate.

Gli ultimi dati disponibili stimano in più di 200 miliardi di euro l'anno il volume complessivo del commercio mondiale di merci contraffatte, in continua crescita. In Italia, primo paese dell'Unione europea per numero di articoli sequestrati, il Ministero per lo Sviluppo economico stima in 6 miliardi e 924 milioni il valore del mercato della contraffazione. La pressione della contraffazione ha aggravato le già difficili condizioni delle imprese manifatturiere ed ha concorso a determinare la contrazione delle imprese artigiane.

«I dati elaborati dal nostro Centro studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato imprese Puglia – dimostrano con l'evidenza dei numeri che quello degli articoli contraffatti è un mercato sempre florido e in piena attività. Le piccole e medie imprese sono quelle meno in grado di difendersi da questo fenomeno che arreca danni consistenti e su più livelli specie ad alcune produzioni tipiche del Made in Italy».
L'economia irregolare ha un mercato trasversale: riguarda tutta la società e tutta la produzione italiana di valore. Dall'abbigliamento all'agroalimentare, dalla tecnologia ai gioielli.

I danni prodotti, sottolinea Sgherza, «non solo si traducono in minor reddito per gli imprenditori onesti, ma comportano un incremento esponenziale del lavoro sommerso e dell'evasione fiscale. Ciò senza contare che i proventi della vendita di questi prodotti finiscono molto spesso per finanziare organizzazioni malavitose».

«Per combattere la contraffazione – spiega il presidente – è fondamentale informare i consumatori circa i rischi a cui si espongono. I prodotti contraffatti sono fabbricati senza la minima osservanza delle norme sulla sicurezza, non sono sottoposti a controlli di qualità, non offrono tutela all'acquirente per i difetti della merce e possono causare gravi danni alla salute».