Storia Viva - Gaetano Mastrorilli, il fotografo ruvese che diede un volto a Padre Pio
Mastrorilli e l’arte di raccontare la santità con l’obiettivo
martedì 16 settembre 2025
C'è un ruvese che, con il suo obiettivo, ha contribuito a diffondere nel mondo l'immagine di uno dei santi più venerati del Novecento. È Gaetano Mastrorilli, nato a Ruvo di Puglia, fotografo ufficiale di Padre Pio da Pietrelcina e testimone privilegiato della sua vita.
Mastrorilli iniziò a Bari come fotografo ambulante, girando le strade con la macchina fotografica per immortalare matrimoni, feste e momenti pubblici. Nel 1940 ottenne la licenza di fotografo, necessaria in pieno regime fascista, quando la fotografia veniva considerata attività da controllare per motivi politici e di ordine pubblico.
Negli anni Cinquanta era già un professionista affermato: fotografo ufficiale dell'Ente Provinciale del Turismo e della Fiera del Levante, docente di tecnica fotografica all'Accademia di Belle Arti di Bari, stimato dal presidente Luigi Einaudi e primo a immortalare le grotte di Castellana, immagini che gli valsero un premio internazionale negli Stati Uniti.
Ma la sua vita cambiò con l'incontro con Padre Pio. Mastrorilli divenne il fotografo ufficiale del convento, realizzando innumerevoli scatti in bianco e nero e a colori che hanno costruito l'iconografia stessa del santo. Fu lui a scattare la celebre immagine scelta come foto ufficiale della canonizzazione del 2002: Padre Pio con in una mano le lettere dei figli spirituali e l'altra benedicente. Quella fotografia campeggiò sulla facciata di San Pietro il giorno in cui Giovanni Paolo II lo proclamò santo.
Molte sue immagini vennero usate per santini, cartoline, quadretti devozionali. Con pazienza artigianale, Mastrorilli interveniva manualmente sugli scatti, "scontornandoli" con tempera bianca e colorandoli a mano. Documentò anche momenti eccezionali: dalle inaugurazioni dell'ospedale alle esequie del frate nel 1968, fino alla chiusura del sepolcro nella cripta, a cui solo pochi poterono assistere. Persino nei periodi di difficoltà personali, come un coma nel 1990, Mastrorilli raccontò di aver avuto un incontro mistico con Padre Pio, che gli avrebbe annunciato la guarigione.
Ma al di là del santo, Mastrorilli non dimenticò mai la sua città natale. A Ruvo tornava con la famiglia e alla processione del Sabato Santo dedicava reportage fotografici completi custoditi . Non era solo osservatore, ma anche partecipe: portatore della Pietà nella processione del Sabato Santo, legava la sua arte al sentimento religioso e alle tradizioni della comunità.
La figlia Patrizia, che ne custodisce l'archivio e la memoria, ricorda: «Mio padre era un artista. Le sue foto sono ovunque, viste da milioni di persone, ma spesso ci si dimentica di chi le ha scattate. Lui però diceva sempre: Io sono solo un umile apostolo di Padre Pio». La famiglia ha voluto onorare la memoria del fotografo con una intensa mostra fotografica che è stata ospitata nel 2011 anche a Ruvo, nell'ex Convento dei Domenicani.
Oggi, guardando quelle immagini che hanno fatto il giro del mondo, possiamo riconoscere non solo l'opera di un devoto, ma anche la mano di un maestro della fotografia: Gaetano Mastrorilli, il ruvese che ha dato un volto eterno a Padre Pio.
Mastrorilli iniziò a Bari come fotografo ambulante, girando le strade con la macchina fotografica per immortalare matrimoni, feste e momenti pubblici. Nel 1940 ottenne la licenza di fotografo, necessaria in pieno regime fascista, quando la fotografia veniva considerata attività da controllare per motivi politici e di ordine pubblico.
Negli anni Cinquanta era già un professionista affermato: fotografo ufficiale dell'Ente Provinciale del Turismo e della Fiera del Levante, docente di tecnica fotografica all'Accademia di Belle Arti di Bari, stimato dal presidente Luigi Einaudi e primo a immortalare le grotte di Castellana, immagini che gli valsero un premio internazionale negli Stati Uniti.
Ma la sua vita cambiò con l'incontro con Padre Pio. Mastrorilli divenne il fotografo ufficiale del convento, realizzando innumerevoli scatti in bianco e nero e a colori che hanno costruito l'iconografia stessa del santo. Fu lui a scattare la celebre immagine scelta come foto ufficiale della canonizzazione del 2002: Padre Pio con in una mano le lettere dei figli spirituali e l'altra benedicente. Quella fotografia campeggiò sulla facciata di San Pietro il giorno in cui Giovanni Paolo II lo proclamò santo.
Molte sue immagini vennero usate per santini, cartoline, quadretti devozionali. Con pazienza artigianale, Mastrorilli interveniva manualmente sugli scatti, "scontornandoli" con tempera bianca e colorandoli a mano. Documentò anche momenti eccezionali: dalle inaugurazioni dell'ospedale alle esequie del frate nel 1968, fino alla chiusura del sepolcro nella cripta, a cui solo pochi poterono assistere. Persino nei periodi di difficoltà personali, come un coma nel 1990, Mastrorilli raccontò di aver avuto un incontro mistico con Padre Pio, che gli avrebbe annunciato la guarigione.
Ma al di là del santo, Mastrorilli non dimenticò mai la sua città natale. A Ruvo tornava con la famiglia e alla processione del Sabato Santo dedicava reportage fotografici completi custoditi . Non era solo osservatore, ma anche partecipe: portatore della Pietà nella processione del Sabato Santo, legava la sua arte al sentimento religioso e alle tradizioni della comunità.
La figlia Patrizia, che ne custodisce l'archivio e la memoria, ricorda: «Mio padre era un artista. Le sue foto sono ovunque, viste da milioni di persone, ma spesso ci si dimentica di chi le ha scattate. Lui però diceva sempre: Io sono solo un umile apostolo di Padre Pio». La famiglia ha voluto onorare la memoria del fotografo con una intensa mostra fotografica che è stata ospitata nel 2011 anche a Ruvo, nell'ex Convento dei Domenicani.
Oggi, guardando quelle immagini che hanno fatto il giro del mondo, possiamo riconoscere non solo l'opera di un devoto, ma anche la mano di un maestro della fotografia: Gaetano Mastrorilli, il ruvese che ha dato un volto eterno a Padre Pio.