Storia Viva - Il Monte De Feudis di Ruvo di Puglia, un modello di solidarietà popolare

Da un Monte Frumentario a un Monte dei Pegni con l'idea fissa di aiutare la classe agricola

martedì 8 luglio 2025
A cura di Francesco Lauciello
Nel panorama delle istituzioni benefiche del passato, il Monte "De Feudis" di Ruvo di Puglia spicca per la sua profonda e duratura impronta sociale, evolutasi da un Monte Frumentario a un Monte dei Pegni e, successivamente, a una Banca Agricola di Anticipazioni. L'elemento costante e più significativo di questa storia è la sua intrinseca vocazione all'assistenza e al sostegno delle classi meno abbienti, in particolare i piccoli agricoltori.

L'origine di questo nobile intento risale al lontano 1794, quando gli eredi De Feudis di Ruvo fondarono un Monte Frumentario. La sua nascita fu un atto di profonda beneficenza: Domenico Terlizzi De Feudis, adempiendo alle volontà della moglie Angela Azzella, destinò un cospicuo lascito alla creazione di un "Luogo Pio". La sua "fissa idea" era quella di aiutare la classe agricola, liberandola dall'oppressione dell'usura e promuovendo l'agricoltura attraverso la concessione di prestiti di grano. Questo primo passo fu un baluardo contro la speculazione e un motore per lo sviluppo locale.

Con il mutare delle esigenze economiche, l'istituzione si trasformò. Nel 1863, il Consiglio Municipale destinò parte del capitale frumentario alla fondazione di un Monte dei Pegni "De Feudis", formalmente decretato nel 1877. Questa transizione, e la successiva evoluzione nel 1884 in Banca Agricola di Anticipazioni, non ne snaturò la missione originaria, ma anzi la consolidò su nuove basi finanziarie.

Il cuore pulsante della sua funzione sociale è evidente nell'Art. 5 dello Statuto del 1916 del Monte dei Pegni: "Nelle operazioni di pignorazione giornaliera, le richieste dei piccoli agricoltori devono essere preferite, in quanto il patrimonio è destinato unicamente ad agevolare e assistere tale classe." Questa clausola non era un semplice cavillo burocratico, ma un chiaro impegno a favore dei più vulnerabili. In un'epoca di precarietà economica e scarsità di accesso al credito, il Monte dei Pegni offriva una soluzione accessibile, con un tasso di interesse contenuto (6% annuo) e la possibilità di rinnovare i prestiti fino a dodici mesi, un aspetto cruciale per le "classi disperate" che necessitavano di tempi più lunghi per riassestarsi.

L'amministrazione del Monte, composta da un Presidente e quattro membri che operavano gratuitamente, rifletteva la vocazione di servizio dell'istituto. La rigorosa gestione dei fondi, con gli utili reinvestiti per rafforzare la solidità del Monte, assicurava la continuità della sua opera benefica. Anche la destinazione delle eccedenze derivanti dalla vendita dei pegni non riscattati – che dopo cinque anni diventavano proprietà dell'Istituto e venivano destinate a fini di beneficenza – sottolinea la circolarità virtuosa di un fondo creato per il benessere della comunità.

Il Monte "De Feudis" non fu solo un'istituzione finanziaria, ma un vero e proprio faro di solidarietà che, attraverso i secoli, ha dimostrato come la lungimiranza e l'impegno sociale possano tradursi in un sostegno concreto per le fasce più deboli della popolazione, contribuendo a un tessuto sociale più equo e resiliente. Il ricordo di Domenico Terlizzi De Feudis e del suo sacrificio personale per realizzare una "gran colonna frumentaria" a beneficio degli agricoltori, testimonia la forza di un'idea che ha resistito al tempo, incarnando i valori di assistenza e dignità.