Storia Viva - Speciale Riti di Passione: il Venerdì Santo di Ruvo di Puglia e la Processione dei Misteri

Il più antico rito della Settimana Santa ruvese che dal Seicento coinvolge la città

venerdì 18 aprile 2025
A cura di Francesco Lauciello
Ogni anno, nella sera del Venerdì Santo, Ruvo di Puglia si raccoglie in uno dei suoi momenti più solenni e intensi: la Processione dei Misteri, organizzata dalla Confraternita del Carmine, la più antica tra le confraternite cittadine ancora attive.

La Confraternita del Carmine, fondata nei primi anni del Seicento da membri dell'aristocrazia terriera ruvese e ufficialmente riconosciuta dal vescovo Gaspare Pasquali il 15 maggio 1604, ha sempre avuto un legame profondo con la spiritualità e le pratiche devozionali della città. Tra queste, spicca il culto per la Passione di Cristo, che trova espressione massima nella processione del Venerdì Santo.

Protagoniste della processione sono le statue lignee del Seicento, realizzate tra il 1673 e il 1674 dallo scultore altamurano Filippo Altieri. Queste opere raffigurano i momenti salienti della Passione di Gesù: Gesù nell'Orto degli Ulivi, Gesù flagellato alla Colonna, Ecce Homo e il veneratissimo Gesù che porta la Croce popolarmente noto come Gesù al Calvario.

Accanto a queste, sfilano la statua del Cristo Morto e la Madonna Addolorata, una figura vestita in stile napoletano del Settecento. Dal 2012 è stata introdotta anche una riproduzione lignea del Crocifisso della Cattedrale, arricchendo ulteriormente la processione di elementi simbolici.

Negli ultimi anni è tornata a sfilare in processione anche la statua della Veronica, che con il suo gesto di pietà verso Cristo rappresenta simbolicamente tutti i fedeli partecipi della sua Passione. Le statue di San Pietro e San Giovanni, recentemente restaurate, non vengono invece portate in processione, ma sono esposte nella chiesa del Carmine durante la Settimana Santa.

A chiudere il corteo, in un suggestivo tempietto processionale, viene portata una preziosa reliquia della Croce di Cristo, giunta da Roma a Ruvo nel 1724. I frammenti del Legno Santo sono incastonati in una croce d'argento decorata con foglie di acanto e recante l'iscrizione INRI, segno della passione redentrice.

La chiesa del Carmine, già intitolata a san Vito e ridedicata alla Madonna del Carmelo nel 1613, è il cuore pulsante di questa tradizione. Situata in via Cattedrale, custodisce opere d'arte e memorie secolari che testimoniano la devozione della comunità ruvese. In essa si respira il tempo lungo della fede popolare, fatta di gesti rituali, abiti simbolici, canti antichi e silenziose preghiere.