CIO e Governo giapponese rinviano le Olimpiadi di Tokyo 2020

Troppo alto il rischio contagi tra gli atleti

martedì 24 marzo 2020 16.18
A cura di Gianluca Battista
Non hanno atteso le quattro settimane che si erano dati per decidere. Troppo forte la pressione dei Comitato Olimpici nazionali, atleti e sponsor, troppo grande la paura che la pandemia da Coronavirus non desse spazio ad alcun tipo di organizzazione.

Il Governo del Giappone ed il CIO hanno così deciso di rinviare le Olimpiadi di Tokyo 2020 ad un periodo che non superi l'estate 2021. La notizia è stata anticipata dal Primo Ministro nipponico, Shinzo Abe: «I Giochi sono rinviati al 2021, non oltre l'estate, per salvaguardare la salute degli atleti e di tutti i partecipanti». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, che fino a qualche giorno fa era sembrato tra i più cauti quando si paventava l'ipotesi rinvio.

La dicitura resterà "Tokyo 2020", come hanno confermato il governatore della capitale giapponese, Koike Yuriko, e Mori Yoshiro, Presidente del Comitato organizzatore della rassegna a cinque cerchi. La fiamma olimpica resterà nel Paese asiatico fino al prossimo anno. L'ipotesi è che i Giochi olimpici e paralimpici possano disputarsi tra il 24/25 luglio ed il 9/10 agosto 2021.

IL CUORE DEL COMUNICATO CONGIUNTO

«Nelle circostanze attuali e sulla base delle informazioni fornite oggi dall'OMS, il presidente del CIO e il primo ministro del Giappone hanno concluso che i Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo devono essere riprogrammati a una data successiva al 2020, ma non oltre l'estate 2021, per salvaguardare la salute degli atleti, di tutti i partecipanti ai Giochi olimpici e della comunità internazionale».
Secondo quanto riportato dalle più importanti testate nazionale, decisiva sarebbe stata la posizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il cui Direttore generale, l'eritreo Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva messo in chiaro che «la pandemia di COVID-19 sta accelerando, che attualmente ci sono oltre 375.000 casi registrati in tutto il mondo e in quasi tutti i Paesi e il loro numero sta crescendo di ora in ora».