
Eventi e cultura
Al Museo Jatta di Ruvo di Puglia una rilettura iconografica del cratere di Talos
Il mistero di una lacrima. Talos e l’enigma dell’anima nell’automa antico
Ruvo - lunedì 21 luglio 2025
Può un essere artificiale provare emozioni?
È la provocazione — tanto inattuale quanto radicalmente attuale — emersa giovedì scorso nelle sale del Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia, nel corso della conferenza della dott.ssa Elvia Giudice, archeologa e specialista di ceramografia greca.
L'oggetto di studio, tra i più noti del repertorio vascolare custodito nel museo, è il monumentale cratere a volute del Pittore di Talos. Eppure, proprio su questo vaso, pubblicato e analizzato da decenni, la studiosa ha individuato un dettaglio iconografico mai prima d'ora messo in luce: una sottile lacrima che riga il volto di Talos, l'automa di bronzo plasmato da Efesto e posto a guardia di Creta nella mitologia greca.
Quel segno minuto — forse una svista, forse un'intenzione nascosta — ha aperto un varco di riflessione inatteso, spingendo a interrogarsi sul senso del dolore, della coscienza, e sull'idea che persino un automa possa racchiudere un principio animato. Tematiche che affondano le radici nel mito antico ma che, nel tempo dell'intelligenza artificiale e della robotica, si fanno di stringente attualità.
La lezione della dott.ssa Giudice ha rivelato quanto anche i reperti apparentemente più noti possano celare margini inesplorati di studio e significato, riaffermando il ruolo del Museo Jatta come scrigno della memoria e come luogo di interrogazione critica e di rinnovata ricerca.
Il ciclo di incontri proseguirà nei prossimi mesi, confermando la vocazione del museo a farsi spazio di dialogo tra passato e presente.
È la provocazione — tanto inattuale quanto radicalmente attuale — emersa giovedì scorso nelle sale del Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia, nel corso della conferenza della dott.ssa Elvia Giudice, archeologa e specialista di ceramografia greca.
L'oggetto di studio, tra i più noti del repertorio vascolare custodito nel museo, è il monumentale cratere a volute del Pittore di Talos. Eppure, proprio su questo vaso, pubblicato e analizzato da decenni, la studiosa ha individuato un dettaglio iconografico mai prima d'ora messo in luce: una sottile lacrima che riga il volto di Talos, l'automa di bronzo plasmato da Efesto e posto a guardia di Creta nella mitologia greca.
Quel segno minuto — forse una svista, forse un'intenzione nascosta — ha aperto un varco di riflessione inatteso, spingendo a interrogarsi sul senso del dolore, della coscienza, e sull'idea che persino un automa possa racchiudere un principio animato. Tematiche che affondano le radici nel mito antico ma che, nel tempo dell'intelligenza artificiale e della robotica, si fanno di stringente attualità.
La lezione della dott.ssa Giudice ha rivelato quanto anche i reperti apparentemente più noti possano celare margini inesplorati di studio e significato, riaffermando il ruolo del Museo Jatta come scrigno della memoria e come luogo di interrogazione critica e di rinnovata ricerca.
Il ciclo di incontri proseguirà nei prossimi mesi, confermando la vocazione del museo a farsi spazio di dialogo tra passato e presente.

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