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Ruvo di Puglia chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina

Il Consiglio comunale chiede impegno per la pace e stop alla vendita di armi di Israele

Con un ordine del giorno votato all'unanimità, il Consiglio comunale di Ruvo di Puglia chiede "Il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'Italia e dell'Europa – l'immediata cessazione del fuoco a Gaza e delle violenze e colonizzazioni in Cisgiordania – l'adozione di adeguate sanzioni per la violazione del diritto internazionale – la sospensione della vendita di armi e degli accordi di cooperazione militare con il Governo Israeliano."

«Con questo atto - ha dichiarato il sindaco Pasquale Chieco, che ha presentato l'odg in aula – chiediamo che l'Italia segua l'esempio di Spagna, Norvegia, Slovenia e Irlanda, Paesi europei che l'anno scorso si sono uniti al gruppo di Stati membri dell'ONU che già riconoscono formalmente lo Stato di Palestina».

«Per la nostra assemblea cittadina si tratta del secondo ordine del giorno approvato su questo argomento dopo quello votato il 6 dicembre del 2023» prosegue il primo cittadino, «ma abbiamo dovuto constatare che a distanza di quasi due anni la situazione è drammaticamente peggiorata».

La catastrofe umanitaria in atto a Gaza ha raggiunto ormai da tempo livelli inauditi di spietata crudeltà e di disumana violenza con il serio pericolo di un conflitto esteso in tutta la regione. La popolazione civile palestinese è allo stremo; il Governo Netanyahu, non pago delle decine di migliaia di morti civili, dopo avere colpito scuole, ospedali, ambulatori, giornalisti nello svolgimento della loro attività, medici in servizio, sta attualmente impedendo la distribuzione di generi di prima necessità come acqua, cibo e medicinali alla popolazione civile di Gaza, amplificando la crisi umanitaria che sta martirizzando la striscia.

«Ricordando che, come dice l'articolo 11 della Costituzione, "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli", e memori del motto dell'indimenticato Vescovo di Ruvo di Puglia don Tonino Bello che esortava i costruttori di pace ad alzarsi, abbiamo chiesto al Parlamento e al Governo:
  • di riconoscere lo Stato di Palestina come entità sovrana nei confini precedenti all'occupazione del 1967 e con Gerusalemme capitale condivisa;
  • di agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina, per permettere alla Palestina e a Israele di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità;
  • di sostenere, in tutte le sedi, ogni iniziativa volta a esigere il cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all'interno della Striscia, il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario
  • di impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di diritto internazionale per fermare la colonizzazione e l'annessione dei Territori Occupati in Palestina;
  • di operare per l'adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale umanitario a Gaza e in Cisgiordania ad opera dei coloni sostenuti dall'esercito israeliano;
  • di sostenere la puntuale applicazione dei mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale;
  • di sospendere urgentemente le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele e di bloccare il rinnovo automatico previsto per l'8 giugno 2025 del memorandum d'intesa per la collaborazione militare tra Italia e Israele che prevede cooperazione in diversi settori, tra i quali "importazione, esportazione e transito di materiali d'armamento; operazioni umanitarie; addestramento del personale militare; informatica; ricerca e sviluppo in campo militare";
  • di operare in tutte le sedi per sottrarre al controllo dell'esercito israeliano la distribuzione dei viveri alla popolazione civile di Gaza per affidarla a organizzazioni umanitarie».​
«Aggiungiamo così la nostra piccola voce allo sterminato coro che chiede per il popolo palestinese pace, giustizia e possibilità di vita», conclude il sindaco Chieco.
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