Autonomia differenziata, Rifondazione: «Netta contrarietà, fallimentare il potere alle regioni»

Le ragioni del PRC di Ruvo di Puglia che ha presentato mozione contro l'approvazione della legge quadro Boccia

venerdì 20 novembre 2020
Rifondazione Comunista di Ruvo di Puglia ha presentato una mozione al consiglio comunale esprimendo netta contrarietà all'autonomia differenziata delle regioni e all'approvazione della legge quadro Boccia all'interno della legge di bilancio 2021, spiegandone le ragioni come nella nota di seguito riportata.

Sono uno spettacolo indecente le polemiche dei presidenti di Regione che si susseguono da giorni. Siamo da mesi di fronte al caos provocato dalla regionalizzazione della sanità e sarebbe ora che si prendesse atto che la modifica del Titolo V della Costituzione nel 2001 è stata un fallimento. Noi di Rifondazione Comunista allora fummo gli unici a opporci e lo rivendichiamo. È ora di tornare al testo originale della Costituzione e di ammettere che è stata una delle tante riforme fallimentari.

In data 19 novembre abbiamo protocollato una proposta di ordine del giorno indirizzata verso il nostro Consiglio comunale. Chiediamo di manifestare la netta contrarietà al fatto che la legge quadro Boccia sull'autonomia differenziata venga approvata all'interno della legge di bilancio 2021, bypassando una discussione seria su tutti i livelli istituzionali e la possibilità di eventuali referendum abrogativi, non ammessi per temi di materia finanziaria.

Emerge con chiarezza dagli ultimi 20 anni di gestione regionalistica della sanità e dall'emergenza Covid-19 che stiamo vivendo, come il nostro Paese sia andato già fin troppo lontano sulla strada della autonomia delle Regioni. Sono passati sette mesi senza che dalle Regioni e dai loro cosiddetti "governatori" venissero assunti, pur in presenza di 8 miliardi di finanziamento ad hoc, i provvedimenti più necessari in caso di ripresa dell'epidemia Covid-19: il potenziamento del sistema di tracciamento dei contatti, delle terapie intensive, dei servizi delle cure primarie e dei dipartimenti di prevenzione; l'adeguamento di spazi didattici congrui nelle scuole; l'adeguamento e potenziamento del trasporto pubblico locale.

Tutto ciò avrebbero dovuto fare le Regioni, mentre il Governo, che avrebbe dovuto comunque monitorare, non ha stanziato fondi sufficienti e non ha assunto opportune misure. Oggi sono sotto gli occhi di tutti le prese di posizione scomposte ed il rimpallo di responsabilità, in un continuo e spericolato scontro tra Stato e Regioni, con un protagonismo spregiudicato dei cosiddetti "governatori" e l'incapacità del Governo di assumersi le responsabilità.

Per questo pensiamo non sia accettabile che Regioni come Lombardia, Veneto, Emilia, Piemonte insistano verso un processo di ancora maggiore autonomia, alimentando un processo di disgregazione della Repubblica, una ed indivisibile. Tale frammentazione, per i lavoratori e tutti i cittadini comuni, avrebbe conseguenze del tutto negative in seguito ad una regionalizzazione anche dei diritti e dei doveri, con l'ampliamento delle differenze che già oggi esistono tra regioni più povere e quelle più ricche.