Niente palco, Chieco chiacchiera in piazza tra i giovani

Il candidato sindaco sceglie di sorprendere il suo pubblico

venerdì 17 giugno 2016 00.00
A cura di Grazia Ippedico
«E' l'ora di prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare ma bisogna prenderla perché è giusta».

Numerosi volantini con questa frase, distribuiti per strada, nei locali, nei posti di ritrovo più comuni. E' un volantino per loro, per i ragazzi di Ruvo di Puglia. Indistintamente, maggiorenni e minorenni, votanti o non votanti sono stati attratti ed incuriositi. Alcuni hanno lasciato cadere la provocazione. Molti invece l'hanno raccolta.

«Di cosa si tratta?» Nessuna risposta. Non si sa. Cercate il posto. Intanto giunge sui cellulari un video di 12 secondi. Veloce, nero con un uomo col megafono in bianco che vorticosamente ruota, musica. Scritte rosse velocissime e non leggibili. Oggi. 21.30. Scopri dove.

Questo è il messaggio, questo è l'invito. Poi lo stesso video proiettato in piazza Matteotti. Ninni Chieco su una panchina a chiacchierare con qualcuno. Sono arrivati i ragazzi. A grappoli, si sono guardati intorno. Non hanno capito immediatamente cosa stesse succedendo.

Cosa succede? C'è un tizio, forse uno che abbiamo visto in giro, o sulle plance elettorali... è vecchio? beh sì, ha i capelli bianchi... e che vuole? Boh...
Non c'è microfono, non c'è palco. Lo scopo è uno solo: parlare con loro e basta.

E scoprire che ci sono ragazzi disillusi, sono ragazzi che non credono nella politica. «Le richieste non servono a niente». Ma ascoltano, guardano Chieco interessati, dubbiosi, un po' sospettosi. E si parla di comunicazione. Di confronto. E riconoscono la bontà di questa idea. Alcuni si sciolgono, si fanno coraggio. Parlano con il candidato sindaco di centrosinistra.

Si parla di spazi, si parla di musica e teatro. Si parla d'arte. Con serenità. Come se si conoscessero da sempre. Come se fossero amici, i ragazzi e Chieco. Poco dopo si ride e si scherza. «Una fascia tricolore non dà super poteri, ma possiamo parlare come e quando volete!».

Ci si scambia i contatti, si prende appuntamento. La tensione creata dal mistero si scioglie in una chiacchierata piacevole, senza sovrastrutture e senza promesse. C'è voglia di collaborare. Ci si stringe le mani e si va via sorridenti. Si legge speranza sui volti di molti ragazzi. E si respira un'aria nuova.

Foto: Cinzia Cantatore.