Le campagne di Ruvo set per il film di Michele Pinto. Sarà trasmesso su Amazon Prime.

L'ultimo ciak prima di Pasqua

giovedì 7 aprile 2022 10.05
Il noto regista Michele Pinto si prepara a chiudere l'ultima sua opera cinematrografica "Abulivia" tra gli ulivi della sua terra. L'ultimo ciak sarà girato prima di Pasqua proprio nelle campagne ruvesi.

"Abulivia" sarà un cortometraggio (ma è prevista anche una web serie) dedicato proprio alla Puglia, agli ulivi e all'olio, in linea con quell'approccio artistico di Pinto da sempre contraddistinto dall'attualità e dalla cultura della propria terra, dall'amore viscerale per la sua Puglia e l'attenzione nel raccontarla, valorizzarla, rendendola protagonista.

Il film - che sarà trasmesso sul circuito Amazon Prime - nasce da una collaborazione tra il regista ruvese e l'autore e regista molfettese Francesco Tammacco. "Abulivia" è infatti uno spettacolo teatrale scritto da quest'ultimo nel 2004 e, sin dal suo titolo, rievoca il forte legame con la terra di Puglia e con gli ulivi che la rappresentano nel mondo: "Ab-uli-via" è infatti una sorta di neologismo ideato dallo stesso Tammacco a significare "via dagli ulivi". Nel cast ci sono Felice Altomare, maestro indiscusso nell'ambito teatrale, Rosa Tarantino, lo stesso Francesco Tammacco con al suo fianco, per la prima volta sullo schermo, sua figlia, la piccola Francesca. Da segnalare l'interpretazione della ballerina Anna Ilaria Davvanzo e le suggestive musiche originali composte da Federico Ancona.

Prodotto da Morpheus Ego e della compagnia teatrale Carro dei Comici, il film ruota attorno ad un ulivo e ad alcuni giovani del Sud, dalle condizioni più varie, costretti ad emigrare tra precarietà e incertezze. Le prime riprese, iniziate a ottobre scorso, sono state girate nella sede di Serra Petrullo della Fondazione "Angelo Cesareo" di Ruvo di Puglia, uno dei diversi enti che stanno supportando il progetto.

«Il 16 aprile abbiamo l'ultima giornata di riprese» anticipa Pinto a RuvoViva. «Si tratta di un lavoro molto poetico che parla dell'olio, il vero oro pugliese, della sua ricchezza e delle opportunità culturali che è capace di offrire soprattutto ai giovani, troppo spesso costretti a emigrare verso il Nord. Attraverso quest'opera - sottolinea Pinto - facciamo della denuncia sociale, nel tentativo di voler invertire la rotta delle migrazioni giovanili: ci piace pensare che i tanti talenti della Puglia possano tornare qui nella loro terra e scoprire le sue vere ricchezze».
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