Mara Ribatti, sono una moglie normale, voglio la felicità di mio marito.

Intervista con la moglie di Luca Mazzone

domenica 9 ottobre 2016 11.05
A cura di Grazia Ippedico
Dietro un grande uomo, si sa, c'è una grande donna. Un detto consolatorio per le donne di uomini famosi, o la realtà? Probabilmente entrambi i casi. Noi andiamo a scoprire chi c'è dietro l'uomo del momento. Un uomo coraggioso, forte, campione paraolimpico, eroe dei nostri giorni, Luca Mazzone.

Mara è una donna semplice. Alta, magra veste basic, ha un visto pulito, si muove in bicicletta e vive in un mondo completamente suo, lontano dalla fama del marito. Completamente dedita alla famiglia, ai genitori che hanno bisogno di lei e al figlio Yosef parla di Luca come tutte le mogli del mondo parlano dei loro mariti. Pochi accenni alla sua disabilità, che non le hanno impedito di innamorarsi di lui, Mara ricorda la prima volta in cui ha incontrato Luca in piscina.

«Era forte, costante, concentrato. La prima volta che l'ho visto pensavo fosse lì per riabilitarsi. Poi ho scoperto che le sue gambe erano paralizzate. Ma questo non ha diminuito la mia curiosità e la mia stima nei suoi confronti. Quando l'ho conosciuto aveva fatto delle gare regionali, e aveva vinto. Poi piano piano ha iniziato a crescere, e a credere di poter scalare la vetta»

Non sei andata a Rio? Come mai?

«Ho i miei genitori e il bambino. E le mogli non possono stare con gli atleti. Sarei dovuta andare in un altro albergo e vedere da lontano mio marito, con tutte le incognite di una città non proprio sicura. Loro vivevano al villaggio olimpico, io sarei dovuta andare in un altro albergo. Che senso ha? Ho preferito stare qui con mio figlio e i miei genitori»

Cosa pensi delle paraolimpiadi?

« E' sicuramente una cosa bellissima, ma non posso non notare la differenza che viene fatta con i giochi olimpionici. C'è una differenza a livello di attenzione. La gara di Luca è stata trasmessa solo alla partenza e all'arrivo. Tutto il percorso è stato ignorato. Non si dà importanza alla sforzo che viene compiuto durante tutta la gara. E anche i premi sono nettamente inferiori rispetto alla categoria olimpionica. Sono comunque delle Olimpiadi di serie B. E' una cosa che non riesco ad accettare.»

Com'è passato dal nuoto all'hand bike?

« Luca aveva già sospeso da un po' il nuoto. Usava l'handbike per allenamento a secco per il nuoto, poi Vittorio Podestà l'ha spronato a fare delle gare, e uscendo durante le maratone si è appassionato. Poteva godere dell'aria aperta, dei panorami, della squadra! Si è accorto di riuscire anche in questo sport. E' stato spinto a fare meglio, l'allenatore della nazionale lo ha notato, e Luca ha fissato un nuovo obiettivo.

L'handbike è uno sport costoso, la bike è fatta praticamente su misura e costa quanto un'auto, ma l'entusiasmo di Luca era incontenibile, ed io non ho potuto fare altro che assecondarlo e seguirlo in questa nuova avventura.»

Continuerà a gareggiare?

«Sì, fino a quando potrà sì. Luca è combattivo, adesso ha questo nuovo obiettivo e perseguirà imperterrito il suo sogno»

E tu da buona moglie, lo seguirai?

«Non so se sono una buona moglie. Penso di fare tutto quello che una moglie farebbe per il marito. Anzi penso che portre fare di più, stare più vicino a Luca. Mio figlio non posso lasciarlo a nessuno, non posso essere sempre a fianco a lui. Per me la cosa importante è che lui sia felice. Quando ho conosciuto Barbara, la moglie di Vittorio mi sono resa conto di poter fare di più. Barbara è l'ombra del marito: lei gli fa da meccanico, da assistente, da mentore, da allenatore. La ammiro moltissimo. Ma io sono diversa. Ed io e Luca abbiamo raggiunto il nostro equilibrio. Luca è imprevedibile, si vive sempre alla giornata. Lui è un vulcano di idee e di energie. La vita lo porta ad essere frenetico e ogni giorno ci porta ad affrontare la vita quotidiana con la stessa forza ed audacia!»