Sanità, Rifondazione Ruvo: «Chiediamo il ritiro del piano di riordino ospedaliero»

«Mentre emiliano sogna il nuovo ospedale, chiude Molfetta e Terlizzi»

lunedì 14 ottobre 2019 17.56
Una nota a firma del circolo di Rifondazione Comunista di Ruvo di Puglia

Il dibattito sulla sanità pugliese si arricchisce di sempre nuove prese di posizione e di nuovi-vecchi irriducibili comitati, prescindendo però da un dato di fatto inequivocabile, l'approvazione definitiva del piano di riordino ospedaliero da parte dell'amministrazione Emiliano.
Ovviamente questa peculiarità del dibattito pugliese non è un fatto casuale ma serve ad innalzare una cortina fumogena che nasconda ai cittadini pugliesi gli effetti negativi del piano di riordino, che lascia di fatto senza assistenza tutto il Nord barese, un bacino di utenza di circa centomila pazienti, presupponendo spazi di per la modifica o la concertazione del piano, che in realtà non ci sono.

Parlare della costruzione del nuovo ospedale del Nord barese significa rimandare il problema alla prossima generazione visto che il tempo medio di costruzione di ospedale che è di circa vent'anni, per non parlare dei finanziamenti da trovare e dell'ubicazione ancora da decidere.

Sicuramente la costruzione del nuovo ospedale sarebbe un fatto positivo, ma è quasi banale sottolineare che non si può smantellare la rete ospedaliera precedente come se il nuovo ospedale fosse già operativo.
Mentre il nuovo ospedale è una chimera, i tagli e le chiusure alla rete ospedaliera sono certi e scritti nero su bianco.

E' bene ricordare a tutti i fatti: il piano prevede il forte ridimensionamento dell'ospedale di Molfetta declassato a ospedale di base e la chiusura dell'ospedale Terlizzi ridotto a presidio territoriale assistenziale (PTA), di fatto un poliambulatorio.

E' chiaro che soltanto il ritiro del piano di riordino ospedaliero, che fortemente e nuovamente chiediamo, può essere il punto di partenza per una sua ridiscussione e rimodulazione.
Nessun altro però chiede il ritiro del piano come invece sarebbe ovvio e naturale, perchè sono tutti pronti a saltare sul carro dell'"imperatore Emiliano", che a livello nazionale fa parte di una maggioranza PD-5Stelle, fedele esecutrice dei vincoli finanziari imposti da Bruxelles, e che per questo, taglierà la spesa sociale e in particolare la spesa sanitaria.