«Siamo tornati indietro di vent'anni. Per arrivare a Bari occorre oltre un'ora.

Le testimonianze dei pendolari di Ferrotramviaria esasperati dalla lentezza dei treni

giovedì 6 ottobre 2016 12.09
A cura di Grazia Ippedico
Disagi per tutti i pendolari che utilizzano la Bari Nord. Per il sindaco e quattro assessori che prima di altri hanno sollevato il problema; per tutti coloro che ogni giorno da anni hanno utilizzato il treno per i loro spostamenti. Orari che si sono allungati, e si sono associati a ritardi considerevoli. Raccogliamo la testimonianza di alcuni cittadini ruvesi che in questi giorni stanno viaggiando a 50 all'ora sulla tratta Ruvo-Bari.

«Oggi 4 ottobre partenza da Ruvo, con la Bari nord, alle 6,41 arrivo a Bari alle 7,51. Mi chiedo se il biglietto e/o l'abbonamento ha un costo in relazione al servizio offerto dall'azienda, non dovrebbe diminuire il costo dei titoli di viaggio nel momento in cui si abbassa la qualità dello stesso servizio? Pertanto chiedo al sindaco di Ruvo di Puglia Pasquale Chieco di soffermarsi sulla mia riflessione ed allo stesso tempo di programmare un incontro pubblico con i cittadini che utilizzano la Bari-Nord, non è ammissibile subire, tollerare, sopportare passivamente qualsiasi azione messa in essere dall'azienda del Conte, anche se imposta da altri organi istituzionali. Organizziamoci ribellarsi è giusto!!!!!!» dichiara Antonio Minafra.

«15 minuti di ritardo anche oggi. Un'ora di attesa per tornare a casa da Terlizzi. Come se viaggiare a 50km orari eliminasse con certezza il rischio di ulteriori incidenti. Misure di sicurezza un tubo!»

«Siamo tornati indietro di vent'anni. Per arrivare a Bari occorre oltre un'ora. Il servizio rapido con l'alternarsi di treni sembra un lontano ricordo. Tutto scorre inevitabilmente lento.» si lamenta laconico Michele Fiore.

«Ho usato il treno tutti i giorni in questi tre mesi, lo avevo preso anche il giorno del disastro e ho continuato a prenderlo il giorno dopo, in un'atmosfera cupa e triste, combattendo una specie di senso di colpa nei confronti delle vittime perchè lo trovavo comodissimo, efficiente... Mi chiedo come faranno tutte le persone che viaggiano ogni giorno e che ora dovranno cambiare le proprie abitudini. Anche per me, per quanto abbia l'auto, non è affatto agevole guidare invece di viaggiare in treno, quello era il giusto tempo per leggere e lavorare un po' con calma senza dover guidare. Da qualche giorno invece sto usando la macchina...ho tempi stretti per gli spostamenti... Francamente spero che quanto prima la situazione si normalizzi: è assurdo lasciare a piedi o mettere su strada centinaia di persone che per svariate ragioni si muovono su quella linea. Ho imparato a conoscerne l'umanità e la frequentazione e avevo notato anche che con la riapertura delle scuole e il passaggio dall'estate all'autunno, i treni erano molto più frequentati praticamente a tutte le ore. Mi associo a quanto detto dal Sindaco Chieco, spero arrivi una risposta al più presto.» replica Monica Filograno

«Ho letto, sentito e assistito in questi giorni alle più diverse reazioni alla situazione di disagio: dalle più estreme e violente alle più rassegnate e pacifiche. Si prefigurano comitati di viaggiatori pronti a fare non so cosa. Io penso pragmaticamente che ognuno deve fare il proprio mestiere: abbiamo finito di essere razza dannata e dimenticata, per cui tanti anni fa ci inventammo un comitato di viaggiatori ai tempi di quando non si sapeva quando si partiva e, soprattutto, quando si arrivava. Un Comitato istituzionale, giuridicamente valido, ce l'abbiamo già: che si uniscano tutti i Sindaci dei comuni della tratta e concordino con l'Azienda misure di riduzione dei disagi (ad esempio nella formazione dei treni: un viaggio più lungo può diventare eterno se passato in piedi) e, soprattutto, verifichino le scadenze dei lavori di adeguamento. Chi può farlo più di loro?» conclude Onofrio Caputi Jambrenghi.