Piazza Garibaldi. <span>Foto Pia Pagano</span>
Piazza Garibaldi. Foto Pia Pagano
Attualità

C'erano una volta i negozi nel centro storico di Ruvo... storia di una zona in stato di abbandono

Diminuiscono le attività commerciali

Il centro storico di Ruvo si sta spopolando. Dopo la chiusura della storica ferramenta Brucoli, ci siamo guardati intorno, per capire se il fenomeno che ha spinto i due fratelli ad abbandonare il centro storico fosse isolato o condiviso. Con sconcertante rammarico ci siamo resi conto che Brucoli non è l'unico che ha coltivato l'idea di abbandonare il nucleo antico. A ruota lo seguono numerose attività commerciali.

Se da una parte si pensa ad un centro storico illuminato e a dimensione d'uomo, dove la centralità dev'essere del pedone e del turista, dall'altra gli amministratori e i politici di questa città non hanno fatto i conti con le abitudini dei ruvesi che sono così dure a morire da costringere molti negozianti a cambiare sede. L'installazione dei varchi nel nucleo antico per regolamentarne l'ingresso, alla fine sta scoraggiando i cittadini e di conseguenza causa la fuga dei commercianti, depauperando un già desolato centro storico.

Il caseificio Paparella, che aveva la sua sede in via Vittorio Veneto, a due passi dall'ufficio postale e della banca ha chiuso i battenti. Ha lasciato il centro storico, continuando la sua attività nel laboratorio di produzione.
La storica pescheria di Nico Camerino, in piazza Garibaldi, verso la fine dell'anno aprirà una sede in corso Jatta, nei pressi della scuola elementare Bosco.
«Non abbandono la sede, ma con gli anni ho perso numerosi clienti. Devo avere un posto più raggiungibile. Avevo clienti che venivano da Terlizzi e Corato. Adesso non vengono più. Hanno preso multe salatissime per essere entrate nel centro storico. Anche a me piace il centro pieno di persone che passeggiano, ma si devono rendere conto che qui le attività commerciali sono per lo più alimentari. Una donna che deve far la spesa con difficoltà lascia la macchina lontano e si carica di buste per venire da me. Qualche anno fa vendevo quintali di cozze. Adesso i numeri sono drasticamente diminuiti.»

E continua. «Se bloccassero il traffico solo il pomeriggio e la sera, le persone potrebbero fare tranquillamente la spesa la mattina senza disagi. Mettessero i parcheggi a pagamento, pagherei io il grattino alle clienti, ma così, andare avanti è difficile. I progetti devono collimare con le necessità della gente. E noi dobbiamo pur campare.»

Stessa situazione descritta da Pino Campanelli, titolare di Medisan, una sanitaria in piazzetta Fiume. «Io ho clienti prettamente anziani. Ho comprato un locale in via Aldo Moro. Mi trasferirò lì al più presto. Mi dispiace lasciare il centro storico, ma quando saranno attivi i varchi nessuno si azzarderà a raggiungermi. E purtroppo c'è chi non può far altro che raggiungermi con l'auto. Lo so che si parla di permessi ma secondo te, per venire in questa sanitaria, ogni volta un anziano deve andare dai vigili a farsi rilasciare il permesso? Io per primo non lo farei. Ti sono sincero. Mi dispiace per i residenti.»

Residenti che intanto abbandonano il centro antico. Aumentano i vendesi sui balconi delle case che spesso si vedono sbiadire sotto il sole e la pioggia. Il ricambio generazionale non ha aiutato il cuore del paese. Molti negozi hanno chiuso perchè i proprietari sono andati in pensione, ma a nessuno viene in mente di prendere il loro posto. Terreno fertile per spacciatori. Più di qualcuno ha avvistato movimenti "strani".

«Il centro storico è pieno di strade strette e vicoli. Senza negozi le persone non hanno motivi di viverlo. Aumeta il rischio di spaccio di stupefacenti. Le zone si stanno spandendo a macchia d'olio. Quelle che prime erano solo alcune vie malfamate, adesso sono diventate intere zone. Ma è normale che questo accada. Gli spacciatori potrebbero agire indisturbati e non sarà l'evento che si compie una volta al mese, a salvare la situazione.»
Quello che si prospetta di qui a qualche anno, o addirittura tra qualche mese, è un centro completamente abbandonato a se stesso, con tesori inestimabili, quali chiese e palazzi, circondati dal niente.
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