Dino Borri
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Eventi e cultura

Dino Borri a Ruvo di Puglia presenta il suo "Appia work in progress"

L'urbanista sarà ospite dei Cacciatori d'Ombra

Giovedì 24 gennaio, alle ore 18.00, nella biblioteca comunale di Ruvo di Puglia, i "Cacciatori d'Ombra" ospiteranno il prof. Dino Borri autore del libro "Appia Work in progress".

La serata vedrà la presenza del prof. Dino Borri, urbanista e docente del Politecnico di Bari, e del giornalista e scrittore V. Gelormini che si confronteranno sul tema che il libro propone ossia l'Appia una strada del Sud, il paesaggio e il territorio, considerati anche nella loro componente umana, indagati nel contesto di una loro riscoperta. Ad aprire l'incontro il saluto del Sindaco Pasquale Chieco e gli interventi dell'Assessora alla Cultura, Monica Filograno e del Presidente dell'Associazione Cacciatori d'Ombra, Mauro Ieva.

Il viaggio e il senso di appartenenza, queste potrebbero essere le cifre di questo progetto, dove per viaggio si intende esplorazione e, per appartenenza, il fatto di essere "indigeni".

L'ispirazione viene dal libro di Paolo Rumiz, Appia, in cui viene narrato il percorso fatto a piedi da lui e da altri suoi amici di una delle più antiche strade del mondo, certamente la più antica d'Italia, che ci restituisce un itinerario dimenticato, splendido e tragico allo stesso tempo.

Nel libro, lo scrittore esplicita un augurio che è anche un invito: che altri viaggiatori possano ripercorrere "questo bene scandalosamente abbandonato" per riappropriarsene prima che esso venga definitivamente cancellato.

Il progetto è l'accoglimento di questo invito. Una prima risposta di noi "indigeni" che quel bene abitiamo. La fotografia è il nostro linguaggio ed è con esso che abbiamo inteso ripercorrere l'antico itinerario nella sua parte meridionale, seguendo le mappe che sono state accuratamente preparate dai suoi primi viaggiatori contemporanei.

La visione di questa via propone una sua nuova immagine, che la faccia sentire nostra, evitando la retorica di una Puglia e Basilicata turistica o, come spesso si dice, da cartolina.

Una osservazione quasi analitica di quello che abbiamo incontrato sul percorso non in senso documentario ma interpretativo, in cui ogni autore si è calato secondo la sua cultura e sensibilità: una visione autoriale.

A guidarci è stato il privilegio di essere persone che su questa terra ci vivono, esso si traduce in un attraversamento lento e meditato proprio perché non di passaggio.

E proprio così che il bello e il brutto, il politico e il religioso, archeologia, ferrovie, piantagioni, chiese, fabbriche, svincoli e persone si fondono in unico sguardo.

Utili si sono rivelate le esperienze di chi ci ha preceduto, i viaggiatori ma anche i poeti e gli scrittori, non abbiamo dovuto inventare nulla ma, semplicemente, abbiamo "rivisto" ciò che già c'è. In fondo si tratta di un cammino e ogni cammino è quasi sempre un'esperienza collettiva anche se distante nel tempo.

Il nostro passaggio è uno dei tanti possibili nella costruzione di una nuova mappa di questa antica strada. libro autoriale reso possibile mettendo insieme circa 100 immagini di nove fotografi facenti parti dell'associazione fotografica Cacciatori d'Ombra. Si tratta di una ricerca approfondita sul percorso della più antica strada d'Italia: l'Appia. È il risultato è un'indagine ispirata dal volume di Paolo Rumiz, "Appia" che ripercorre attraverso lo sguardo fotografico, i tratti già percorsi dall'autore nel suo itinerario meridionale. La scelta geografica infatti è in relazione all'appartenenza degli autori a questo territorio, un territorio che vivono quotidianamente e che li ha spinti ad "osservarlo" con occhi diversi. Ma senza inventare nulla: reinterpretare è stata l'azione di questo lavoro, un cammino collettivo che ha generato una nuova immagine, una delle tante possibili, della Regina Viarum, un momento di riflessione su uno dei tanti beni abbandonati del nostro territorio. Il volume contiene anche i contributi dello stesso Rumiz e di urbanisti, storici, scrittori e poeti come Dino Borri, Giuliano Volpe, Franco Arminio e Vincenzo Mastropirro, così che la fotografia si coniughi con la scrittura affinché si giunga alla stessa meta: la riscoperta del nostro territorio.
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