Tela restaurata Madonna delle Grazie. <span>Foto Teresa Fiore</span>
Tela restaurata Madonna delle Grazie. Foto Teresa Fiore
Religioni

Don Pietro Rubini racconta il ritorno della tela della Madonna delle Grazie nella Concattedrale

A Ruvo di Puglia un frammento prezioso di fede e di arte

Certe immagini sono memoria viva, storia, carezze silenziose dell'anima. Con il ritorno della tela restaurata della Madonna delle Grazie nella Concattedrale di Ruvo di Puglia, la comunità ruvese ha riabbracciato una presenza che va oltre il visibile, una madre che da secoli veglia sui passi, le speranze e le ferite del suo popolo. Questo evento, così atteso e partecipato, è un vero pellegrinaggio del cuore: un invito a ritrovare, tra le pieghe del tempo, quella luce di fede che continua a brillare sul volto di Maria.
In queste righe, don Pietro Rubini ci accompagna con delicatezza e profondità a riscoprire il valore spirituale di questo ritorno, che parla alla città con la voce della bellezza, della gratitudine e della fiducia.

È tornata in Cattedrale la tela restaurata della Madonna delle Grazie
La nostra città di Ruvo ritrova un frammento prezioso della sua storia di fede e di arte.
Domenica 27 aprile u.s., la tela seicentesca raffigurante Santa Maria delle Grazie è stata accolta da un nutrito gruppo di fedeli nei pressi del giardino parrocchiale, in un clima gioioso, animato in particolare da numerosi bambini e dalle loro famiglie. Da lì, l'opera è stata portata in processione verso la Cattedrale, dove, giunta sul sagrato tra canti e preghiere, è stata benedetta solennemente. Quindi è stata intronizzata sul presbiterio e, a seguire, si è celebrata la Santa Messa. Un ritorno atteso, proprio alle soglie del mese di maggio — tradizionalmente dedicato alla Vergine Maria — che restituisce alla città un segno tangibile della propria identità spirituale e culturale.

La devozione verso la Madonna delle Grazie, infatti, è diffusa in tutto il tessuto cittadino e ha la sua massima espressione presso l'antico Santuario che ne custodisce l'affresco, dove in tanti si recano in pellegrinaggio per ricevere conforto e protezione.

Come riportato in un articolo di Francesco Lauciello, pubblicato su Il Sedente nel maggio 2018, l'opera, databile alla fine del XVII secolo e attribuita a un ignoto pittore locale, raffigura la Madonna con il Bambino secondo l'iconografia post-tridentina: Maria, avvolta in un ampio manto azzurro e in un abito rosso bordato d'oro, tiene Gesù in braccio con le mani incrociate sul petto. Una compostezza che riflette lo stile spirituale rinnovato dal Concilio di Trento, il quale vietava le nudità per non distogliere lo sguardo del fedele dalla contemplazione del mistero divino.

La tela era originariamente custodita nella cappella dedicata a Santa Maria delle Grazie, dove sorgeva l'altare omonimo, eretto nel 1728 a spese di don Giuseppe Coppa. Essa si trovava nella seconda campata della navata destra della Cattedrale, dove oggi si apre il corridoio che conduce all'ipogeo. In loco sono ancora visibili tracce della ricca decorazione barocca che ornava la cappella.

La tela, già citata in un inventario del 1811 e testimone, nel 1950, di una toccante Peregrinatio Mariae — durante la quale fu portata in processione per tutte le parrocchie cittadine — rappresenta oggi un ponte tra il passato e il presente. È simbolo di una comunità che si riconosce nella propria memoria e si prende cura del proprio patrimonio, spirituale e materiale.

Il restauro, reso possibile grazie alla generosità dei fedeli della parrocchia e realizzato dal maestro Valentino De Sario, non è soltanto un atto di conservazione artistica, ma un gesto di rinnovata fiducia nella bellezza della fede. La tela è stata nuovamente esposta in Cattedrale, pronta ad accompagnare la preghiera dei fedeli nel mese mariano e a raccontare, con i colori del tempo, la fedeltà di una città alla sua Madre.

Maria Santissima continua a parlarci e a donarci speranza: accompagna i giovani nella ricerca della vera felicità, consola gli ammalati nella loro offerta silenziosa, sostiene le famiglie nel cammino quotidiano, illumina gli anziani nell'abbandono fiducioso alla volontà di Dio. E, soprattutto, ci accoglie sulle sue ginocchia: tenendoci per un poco sul suo grembo, come fa una madre con i figli più stanchi, ci stringe a sé per donarci pace, conforto e forza per ripartire.
Lì, sul grembo di Maria, la nostra fede ritrova la tenerezza di Dio.

Don Pietro Rubini
Parroco della Concattedrale di Ruvo di Puglia

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