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Edili e affini pronti a scendere in piazza a Ruvo di Puglia: «Non siamo colpevoli del contagio»

Venerdì la mobilitazione in Piazza Matteotti

«Le imprese non possono e non devono essere riconosciute colpevoli di contagio da covid-19. Così facendo si metterebbero in difficoltà molte imprese e piccoli artigiani».

È il grido di allarme degli imprenditori e degli operatori edili e affini di Ruvo di Puglia che venerdì 29 maggio, alle ore 08:00 scenderanno in Piazza Matteotti per manifestare «contro una norma ingiusta e punitiva per un settore che insieme all'agricoltura e al commercio è il vero cuore pulsante di questa nazione».

"Siamo consapevoli degli eventuali rischi che si corrono quotidianamente sui cantieri e ci stiamo organizzando affinché la tutela di operai, datori di lavoro e affini del mondo dell'edilizia non venga coinvolta nel dramma dei contagi.Chiediamo a tutti i rappresentanti istituzionali di farsi carico, di sostenere questa iniziativa e di farsi porta voce agli enti preposti affinché venga eliminata. Chiediamo infine che si creino delle condizioni che non vadano a influire sul costo del lavoro e della burocrazia asfissiante che si abbatte soprattutto sulle piccole aziende artigiane. La salute dei nostri operai è una priorità che ci accompagna da anni e a cui teniamo" si legge nella nota in cui si annuncia la mobilitazione.

"Le imprese hanno sin da subito condiviso le regole anti-contagio. Per ben due mesi sono state rispettate le scelte della comunità scientifica messe in atto dal governo per poi finalmente tornare a parlare di ripresa delle attività del settore edile e affini.
Scelte che hanno gravato non poco sui piccoli imprenditori e sui loro dipendenti che, in molti casi, non hanno ancora ricevuto la tanto attesa Cassa Integrazione. Una ripresa importante a livello economico, umano e sociale che, però, ha dato vita a un accordo vergognoso tra Governo, INAIL e ANCE. Un "patto" secondo cui un eventuale contagio da Covid-19 di un dipendente verrebbe riconosciuto come infortunio sul lavoro" continua la nota.

E ancora: "Tale incomprensibile accordo comporterà un ulteriore aggravio pagato dalle imprese che, sia pur escludendo l'automatismo della responsabilità penale, vedranno sicuramente aumentati i premi dovuti, dovranno fornire risposte ad eventuali tentativi di far ricadere sulle imprese le responsabilità di comportamenti che i lavoratori dipendenti possono aver attuato al di fuori dell'orario lavorativo ma che, per ovvi motivi, potrebbero cercare di strumentalizzare.
Non resta esclusa, però, la possibilità di eventuali cause civili o penali promesse da singoli lavoratori.

Inoltre, il costo dell'INAIL ,che per il nostro settore è risaputo essere il più gravoso, è totalmente a carico delle imprese aggravato da ulteriori oneri per far fronte a questa emergenza ; anche se nell'ultime nota diramata lo scorso 20 maggio lo stesso ente ha ribadito che non ci saranno costi aggiuntivi a carico delle imprese".

"Noi datori di lavoro siamo da sempre attenti alla tutela e salvaguardia della salute in primis dei nostri operai e poi di noi stessi. Trascorriamo le nostre giornate lavorative insieme a loro, siamo un'unica famiglia in cui non esiste alcuna distinzione.
Chiediamo al sindaco di Ruvo di Puglia avv. Pasquale Chieco, all'assessora alle attività produttive del Comune di Ruvo di Puglia, Luciana Di Bisceglie, al presidente del Consiglio Regionale, al presidente della Giunta Regionale, al presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro del Lavoro Patuanelli e al presidente dell'associazione Costruttori nazionale, di farsi carico affinché questo articolo venga stralciato dal decreto" concludono gli organizzatori dell'iniziativa.
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