Confraternita del Purgatorio
Confraternita del Purgatorio
Religioni

Le origini della Confraternita del Purgatorio di Ruvo di Puglia raccontate da Antonio Marinelli

Dal 1643 alla fondazione ufficiale del 1678: storia, devozione e opere di misericordia

La storia delle confraternite rappresenta un capitolo fondamentale della vita religiosa, sociale e culturale delle nostre comunità. Esse, nei secoli, hanno custodito la fede, promosso la carità e sostenuto i più deboli attraverso opere di pietà e assistenza.
Tra queste, la Confraternita del Purgatorio di Ruvo di Puglia occupa un posto di rilievo, sia per l'antichità della sua istituzione che per il ruolo svolto a beneficio della città e delle anime dei defunti.

Nel testo che segue, il confratello Antonio Marinelli ripercorre le origini e le prime tappe di questa venerabile istituzione, fondata il 27 agosto 1678 per volontà del vescovo Domenico Galesio e animata dal fervore del sacerdote Francesco Paolo Pellicani. Un racconto che, attraverso documenti e tradizioni, ci conduce alle radici della devozione al Suffragio e alle opere di misericordia che, nel corso dei secoli, hanno contraddistinto l'azione dei confratelli: dall'erezione della chiesa, alla fondazione dei Monti di beneficenza, fino alle pratiche di sepoltura dei poveri durante le epidemie.

27 AGOSTO 1678: L'ISTITUZIONE DELLA CONFRATERNITA DEL PURGATORIO A RUVO DI PUGLIA
"La chiesa del Purgatorio di Ruvo ultimata a due navate nel 1643 e benedetta dall'Arciprete Don Marco Modesti, fu inizialmente intitolata a San Michele Arcangelo.
Solamente qualche anno dopo l'edificazione la chiesa fu denominata "del Purgatorio" poiché all'interno di essa incominciavano a riunirsi sotto la guida spirituale di don Francesco Paolo Pellicani, innumerevoli fedeli per suffragare con la preghiera le anime dei morti.
E fu proprio per iniziativa dello zelante sacerdote che il vescovo di Ruvo Domenico Galesio con decreto del 27 Agosto 1678 fondò canonicamente la confraternita che intitolò a Maria Santissima del Suffragio da una tela già collocata in chiesa realizzata dal pittore napoletano Carlo Plantamura nel 1643 raffigurante la Madonna del Suffragio e le anime purganti.
L'8 Dicembre dello stesso anno, sotto il papato di Innocenzo XI con trasunto speciale, la fece aggregare all'Arciconfraternita del Suffragio di Roma.
Porta invece la data del 12 Marzo 1679 l'editto con cui il vescovo esortò uomini e donne a far parte della congregazione in qualità di "fratelli e sorelle" per lucrare le molte indulgenze di cui il pio sodalizio era stato arricchito dopo la sua aggregazione alla confraternita romana.
In seguito il vescovo Giandonato Giannone Alitto da Bitonto, con atto del 3 Febbraio 1684 associò l'intero Capitolo di Ruvo. Nella chiesa del Purgatorio venne sin da subito fondato il Monte dei Morti costituito da coloro i quali mensilmente versavano delle elemosine per ricevere dopo la morte tante messe di suffragio a seconda della elemosine versate.
Nel 1684 furono redatte le prime regole statutarie confirmate dal vescovo di Ruvo Giannone Alitto e con rescritto dal 30 settembre 1766, la confraternita fu munita di regio assenso da Re Ferdinando IV di Borbone che ne approvò le regole.
Nella congrega del Purgatorio furono istituiti ben tre monti di beneficenza: il Monte Purgatorio, il Monte Leone e il Monte San Cleto che furono attivi fino agli inizi del Novecento per sostenere le più svariate forme di povertà del paese.
Inoltre, fino a prima dell'editto di Napoleone del 1804, i confratelli del Purgatorio incappucciati e in forma sempre anonima, si adoperarono nel raccogliere i morti poveri del paese durante il periodo della peste e a dar loro degna e cristiana sepoltura proprio sotto la stessa chiesa del Purgatorio in camere funerarie sotto di essa ricavate.
Inizialmente i sodali del Purgatorio vestirono di sacco bianco con mozzetta "negra" con sopra ricamate le fiamme rosse del "Santo Purgatorio".
Fu invece all'inizio dell'Ottocento che la mozzetta nera fu sostituita dall'attuale tracolla nera con sopra posto il medaglione inciso a sbalzo raffigurante il teschio con le tibie incrociate."

(Confratello Antonio Marinelli)

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