Mauro Di Ruvo
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Eventi e cultura

Mauro Di Ruvo a Firenze con il saggio su "Parthenope" di Sorrentino

La nuova opera si intitola "Parthenope. Il vaticinio della giovinezza e l’errore della bellezza"

È di Mauro Di Ruvo "Parthenope. Il vaticinio della giovinezza e l'errore della bellezza", la nuova recensione al film di Sorrentino pubblicata a Firenze che rintraccia l'anima nascosta dell'opera cinematografica che ha messo in ginocchio le coscienze degli italiani.

Il critico d'arte e cavaliere del diritto romano, ha scovato tra le sequenze del film una prosecuzione opposta alla Grande Bellezza, capolavoro di Paolo Sorrentino, e l'ha immessa, dice alla stampa, nel circuito letterario delle pagine dell'ultimo fascicolo della storica rivista Nuova Antologia di Firenze, nel vol. 633.

Ha voluto inaugurare così il nuovo anno con l'uscita del saggio il 2 gennaio 2025 presso la prestigiosa Fondazione Spadolini con la quale collabora ormai da molti anni, regalando agli italiani una prospettiva del tutto originale sull'attuale produzione cinematografica del famoso regista napoletano, che avrebbe superato ogni aspettativa del largo pubblico.

Edito dalla Polistampa fiorentina il saggio di Mauro Di Ruvo accompagna l'odierna critica a delle considerazioni inedite sulla figura protagonista di Parthenpe, incarnata dall'attrice Celeste Dalla Porta.

"Un nuovo alito è quello che soffia sulla culla di Parthenope. Un alito di vento che proviene dal mare, che le si affaccia direttamente dalla sua stanza. È un giovinetto a raccoglierlo per lei in fasce, mentre soffia dalla sua bocca sul palmo della mano una ventata che sembra di speranza."
Così scrive il critico d'arte nella prima pagina della sua rassegna, e passa subito a spiegare il fascino che ha sedotto milioni di italiani davanti allo schermo questo inverno, quasi inspiegabile per noi.
"A differenza delle altre sirene Parthenope non si contenta di sedurre, ma di sedursi. È una tormentata lotta con se stessa il gioco dello schermo seduttivo. Sin dalla sua prima apparizione come fêmme fatale sul balcone, affacciata di spalle allo spettatore, verso il mare, lei mostra a un giovane Sandrino ancora inesperto, quel bifrontismo quasi tassiano tra ironia sardonica e sensualità verace, al limite di una affettività che racchiuderà ogni volta tra i due quella divaricazione patetica tra pathos e nomos." (Tratto dal saggio).

Per Di Ruvo Parthenope è «l'ultimo testamento di una trilogia iniziata con Youth-La Giovinezza e continuata con La Grande Bellezza, con cui Sorrentino vuole suggellare il tema ciclico della noia nella sua leopardiana nostalgia tragica incapace di vivere nell'animo umano se non conturba quel piacere disumano, di cui il regista si fa avvisatore al suo pubblico». La Napoli descritta dal regista, dice il critico, è una Napoli che non sente il peso del tempo, è senza età, ed è per questo giovane come i suoi abitanti che d'altra parte non conoscono una grande bruttezza, ma solo una grande bellezza.
Una Napoli inedita, spiega Di Ruvo, che non oramai stata riflessa nella pellicola cinematografica da altri registi prima di Parthenope.

Una illuminante lettura quella che il critico d'arte e filologo dà dell'intera trama del film assai complessa per lo spettatore, ma che grazie alla sua analisi lucida e quasi anatomica possiamo comprendere meglio. È possibile grazie a Mauro Di Ruvo entrare nell'anima della protagonista e contemporaneamente in quella del regista mentre sta scrivendo il copione che dovrà seguire uno splendido Gary Oldman, «nelle vesti di un nuovo scrittore annoiato».

Il saggio di Di Ruvo fissa insomma nella letteratura cinematografica lo stile di un regista contemporaneo quale Sorrentino che rappresenta una delle eccellenze italiane più invidiateci nel mondo. Il saggio è acquistabile su Amazon o nelle librerie Feltrinelli.
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