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Recovery Sud chiede «Equa ripartizione delle risorse, al Sud spettano 209 miliardi»

La lettera della rete dei sindaci al Presidente Mattarella e al premier Draghi

Prosegue l'attività dei sindaci uniti nella rete di Recovery Sud che, qualche giorno fa, hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio, Mario Draghi per chiedere un'equa ripartizione territoriale delle risorse previste dal Recovery Fund e di vigilare sul rispetto dei criteri indicati dall'Unione Europea.

«È un'occasione irripetibile - scrivono i sindaci fra cui anche il primo cittadino di Ruvo di Puglia Pasquale Chieco - per uno sviluppo più armonioso di tutta l'Italia, l'ultima concreta possibilità di poter sanare definitivamente il divario tra Nord e Sud che non permette al nostro Paese di crescere più forte. Lo sviluppo delle aree maggiormente arretrate, non può che essere un beneficio per tutta l'Italia.

Sono fondi che ci spettano, perchè assegnati dal Next Generation EU, 209 miliardi di euro, non solo in base al parametro della popolazione residente ma considerando altri due fattori critici e determinanti legati al primo: l'inverso del PIL pro capite e il tasso di disoccupazione.

È un messaggio che abbiamo inviato alle massime cariche dello Stato con una voce sola, univoca, senza distinzioni di appartenenza politica o territoriale. In loro riponiamo la fiducia con la richiesta formale di un impegno scritto a garanzia di quanto presentato».

«Vi scriviamo in qualità di donne e uomini del Mezzogiorno d'Italia, ciascuno per il proprio ruolo, ma tutti accomunati dalla grave preoccupazione che l'unica ed ultima occasione possibile, in grado di sanare definitivamente l'impietoso ed anticostituzionale divario esistente tra il Nord e il Sud della nostra Nazione, possa essere drammaticamente persa» - si legge nella lettera.

«Il Recovery Fund assegnato all'Italia dal Next Generation EU, infatti, è stato calibrato nella sua quantificazione economica (ben 209 MLD di euro) non solo sul parametro della popolazione residente, che avrebbe comportato circa la metà delle risorse assegnate all'Italia, bensì sulla base di altri due criteri intercorrelati al primo, ossia l'inverso del PIL pro capite e tasso di disoccupazione.

Ebbene, appare di tutta ed incontrovertibile evidenza, supportata peraltro da numerosi contributi e studi già sottoposti all'attenzione del Parlamento, che sono i numeri del Mezzogiorno ad aver sostanziato quei parametri e ad aver giustificato l'ammontare complessivo delle risorse europee.

Il Recovery Fund, in altri termini, ha plasticamente fotografato il divario esistente tra Sud e Nord del Paese e ne ha compreso lucidamente l'importanza di colmarlo, per recuperare, al contempo, la distanza proporzionalmente determinatasi tra Italia e resto d'Europa, che in quello stesso divario affonda le radici più profonde.

Se tutto ciò è apparso chiaro per l'Unione europea, noi chiediamo che lo sia a maggior ragione e a buon diritto per il Governo italiano, chiamato a redigere e presentare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Chiediamo, per il Vostro autorevole tramite, e come già espressamente sancito dalla Camera dei Deputati (Relazione V Commissione su Recovery Fund approvata il 12 ottobre 2020), che la straordinaria ed irripetibile quantità di risorse messe a disposizione dal Recovery Fund sia destinata ed utilizzata al fine precipuo di realizzare, finalmente, dopo decenni di obiettivi mancati, quella coesione sociale, economica e territoriale che renda il nostro Paese, anche in ossequio all'art. 117 della Costituzione, degno dell'Unità che la Storia ha voluto consegnarci.

Qualsivoglia diversa impostazione, artificiosamente fondata su presunte incapacità amministrative o progettuali, di cui arrivano echi preoccupanti, dovrà essere rigettata con decisione ed autorevolezza, nella ferma e piena consapevolezza che non sarebbe né costituzionale né rispettosa degli Accordi tra Unione europea e Stati membri, né, infine, delle specifiche previsioni normative alla base del Next Generation EU.

Chiediamo, Illustri Presidenti, unendoci a quanto già fatto dai Presidenti delle Regioni del Sud, che al Mezzogiorno d'Italia venga concessa finalmente l'occasione che aspetta e che merita sin dalla nascita della Nazione e che non si verifichi, ancora una volta, quanto già drammaticamente accaduto con il Piano Marshall, che vide arrivare alle Regioni del Nord i maggiori stanziamenti economici, nonostante le perdite più gravi, in termini di vite umane e di patrimonio materiale, fossero state registrate al Sud.

Chiediamo, viceversa, di valutare quanto sia più produttivo favorire lo sviluppo delle aree più arretrate del Paese e quanto di ciò possa conseguentemente beneficiare anche la parte restante. Per siffatte ragioni, riteniamo e chiediamo che oltre alla distribuzione settoriale si debba tener conto di un'equa e calibrata ripartizione territoriale, applicando gli stessi criteri UE utilizzati per determinare la cifra complessiva, spettante al nostro Paese, che tenga conto anche del principio di interdipendenza economica tra macro aree d'Italia» - concludono i sindaci nella missiva inviata alle alte cariche dello Stato riponendo la richiesta formale di un impegno scritto a garanzia di quanto rappresentato.
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