
Eventi e cultura
"RiScoperte": a Ruvo di Puglia riemerge il passato trafugato nel Grottone di Palazzo Jatta – LE FOTO
Inaugurata la mostra che indaga luci e ombre del collezionismo archeologico: reperti trafugati, restituiti alla pubblica fruizione grazie a un’azione sinergica tra istituzioni e forze dell’ordine
Ruvo - giovedì 22 maggio 2025
Nel cuore di uno dei luoghi più emblematici del collezionismo archeologico italiano, il Grottone di Palazzo Jatta, è stata inaugurata ieri mattina la mostra "RiScoperte. Luci e ombre del collezionismo", un'operazione di riflessione culturale e civile sulla tutela del patrimonio storico.
L'allestimento, fruibile negli spazi recentemente destinati a potenziamento museale e concessi dalla famiglia Jatta fin dal 2022, raccoglie reperti archeologici di straordinario valore – ceramiche acrome, vasi figurati, manufatti a vernice nera e statuette in terracotta – tutti precedentemente oggetto di traffico illecito e ora riassegnati alla Puglia sulla base della loro verosimile provenienza territoriale.
Il percorso espositivo si articola in sezioni concepite in dialogo con la storica museografia del Museo Nazionale Jatta, che ancora oggi conserva l'assetto ottocentesco originario, rendendolo un unicum nel panorama museale nazionale. Tuttavia, la narrazione proposta si emancipa dalla mera contemplazione estetica per abbracciare una visione critica e contemporanea: la mostra problematizza infatti le pratiche del collezionismo privato, gli scavi clandestini e il depauperamento sistemico dei contesti archeologici, facendo emergere le gravi conseguenze sul piano storiografico e identitario.
Determinante, nella ricomposizione di questo tessuto disperso, è stata l'attività della Procura della Repubblica e del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, il cui lavoro ha consentito il recupero e la successiva assegnazione dei reperti. Non si tratta solo di un atto di giustizia patrimoniale, ma di una restituzione simbolica che riannoda i fili spezzati della memoria collettiva.
Ad arricchire ulteriormente l'esposizione, dieci reperti provenienti da analoghi recuperi e assegnati alla Direzione Regionale Musei Basilicata sono stati concessi in prestito temporaneo, grazie a un protocollo d'intesa tra le direzioni regionali di Puglia e Basilicata. Un esempio onesto di cooperazione interistituzionale che supera i confini amministrativi per restituire valore al bene comune.
«Oggi è una giornata memorabile per il patrimonio culturale italiano», ha dichiarato il Direttore Generale Musei, Prof. Massimo Osanna. «Grazie all'insostituibile azione dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, è stata sanata una profonda ferita inferta al territorio pugliese. Per restituire al pubblico il patrimonio recuperato, abbiamo scelto il Museo Jatta, luogo straordinario che rappresenta un esempio unico di museografia storica ancora intatta».
La mostra, accessibile con il biglietto ordinario del Museo Nazionale Jatta (intero €6, ridotto €2), sarà visitabile nei seguenti orari: martedì, mercoledì, domenica e festivi dalle 8.30 alle 13.45 (ultimo ingresso ore 13.00); giovedì, venerdì e sabato dalle 8.30 alle 19.45 (ultimo ingresso ore 19.00).
L'allestimento, fruibile negli spazi recentemente destinati a potenziamento museale e concessi dalla famiglia Jatta fin dal 2022, raccoglie reperti archeologici di straordinario valore – ceramiche acrome, vasi figurati, manufatti a vernice nera e statuette in terracotta – tutti precedentemente oggetto di traffico illecito e ora riassegnati alla Puglia sulla base della loro verosimile provenienza territoriale.
Il percorso espositivo si articola in sezioni concepite in dialogo con la storica museografia del Museo Nazionale Jatta, che ancora oggi conserva l'assetto ottocentesco originario, rendendolo un unicum nel panorama museale nazionale. Tuttavia, la narrazione proposta si emancipa dalla mera contemplazione estetica per abbracciare una visione critica e contemporanea: la mostra problematizza infatti le pratiche del collezionismo privato, gli scavi clandestini e il depauperamento sistemico dei contesti archeologici, facendo emergere le gravi conseguenze sul piano storiografico e identitario.
Determinante, nella ricomposizione di questo tessuto disperso, è stata l'attività della Procura della Repubblica e del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, il cui lavoro ha consentito il recupero e la successiva assegnazione dei reperti. Non si tratta solo di un atto di giustizia patrimoniale, ma di una restituzione simbolica che riannoda i fili spezzati della memoria collettiva.
Ad arricchire ulteriormente l'esposizione, dieci reperti provenienti da analoghi recuperi e assegnati alla Direzione Regionale Musei Basilicata sono stati concessi in prestito temporaneo, grazie a un protocollo d'intesa tra le direzioni regionali di Puglia e Basilicata. Un esempio onesto di cooperazione interistituzionale che supera i confini amministrativi per restituire valore al bene comune.
«Oggi è una giornata memorabile per il patrimonio culturale italiano», ha dichiarato il Direttore Generale Musei, Prof. Massimo Osanna. «Grazie all'insostituibile azione dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, è stata sanata una profonda ferita inferta al territorio pugliese. Per restituire al pubblico il patrimonio recuperato, abbiamo scelto il Museo Jatta, luogo straordinario che rappresenta un esempio unico di museografia storica ancora intatta».
La mostra, accessibile con il biglietto ordinario del Museo Nazionale Jatta (intero €6, ridotto €2), sarà visitabile nei seguenti orari: martedì, mercoledì, domenica e festivi dalle 8.30 alle 13.45 (ultimo ingresso ore 13.00); giovedì, venerdì e sabato dalle 8.30 alle 19.45 (ultimo ingresso ore 19.00).