Antonio Summo, l'anniversario si celebrerà nella parrocchia di San Giacomo

Nicola e Gina, i genitori della più giovane tra le vittime, non hanno voluto partecipare alla cerimonia che si terrà ad Andria

lunedì 10 luglio 2017 7.00
Vi proponiamo un'intervista ai genitori di Antonio Summo pubblicata su Luce e Vita, il settimana diocesano, curata dal direttore Luigi Sparapano:


Si celebrerà nella parrocchia di San Giacomo, alle ore 19 del 12 luglio, il triste anniversario della morte di Antonio Summo, ad un anno dal terribile incidente ferroviario sulla Corato-Andria. Nicola e Gina, i genitori della più giovane tra le vittime, non hanno voluto partecipare alla cerimonia che si terrà ad Andria «soprattutto per permettere ai suoi amici di poter partecipare nella sua città» e anche per evitare il clamore mediatico, allora come oggi (mercoledì 12 luglio 2017 alle 20 nella chiesa cattedrale di Andria sarà celebrata la Messa dal Vescovo Mons. Mansi per tutte le vittime).

Antonio tornava da Andria dove aveva recuperato un debito scolastico all'Industriale, ma a quella scuola non sarebbe più andato avendo deciso di proseguire gli studi al liceo artistico di Corato. Lui che l'anima artistica, più che quella tecnologica, possedeva sin dalle medie, confermata dai docenti, manifestata con la musica. Lo rivela anche il flicorno (nella foto), in vista nella sua casa, mentre la tromba, lo strumento per il quale aveva superato l'esame al Conservatorio, eseguendo "La strada", è sepolta con lui, nella bara bianca che abbiamo salutato un anno fa. Ma proprio la tromba forse rimane il segno della sua presenza: un testimone che, in forma anonima, i genitori hanno voluto donare già una volta ad un ragazzo che si accinge allo studio e sono disposti a farlo ancora, ma senza clamori, secondo uno stile di umiltà e di dignità al quale ci inchiniamo. Forse in futuro un premio o un concorso o una borsa di studio. Chissà.

«La situazione è peggiorata – dice tra le lacrime Gina – un vulcano che si è spento e che si nota sempre più. La mia fede si è rafforzata, ma la mancanza di Antonio si avverte in ogni istante ed è dolorosa». «La cosa più crudele che possa succedere – aggiunge Nicola –: lo accompagni a scuola e non lo rivedi più». Infatti nei loro occhi è rimasto il volto vivo di Antonio, quello della mattina, prima che partisse; mentre quello straziato e reso irriconoscibile dal terribile impatto, tra le lamiere, è custodito negli occhi dei soccorritori e delle autorità.

«Difficile dire se si possa intravvedere un filo di speranza in una vicenda del genere», tuttavia Nicola ammette di aver imparato una cosa importante da questa dura lezione: quella di amare la vita, godersi ogni istante la famiglia, la moglie, i figli. Prima, il lavoro esautorava le giornate, con tutti i problemi di un'azienda artigianale e il tempo per godersi la casa e la famiglia era molto ristretto. Tutto sembrava così normale. Adesso non è così. Ogni istante è prezioso. Adesso ritiene di non aver più paura di nulla, perchè niente può essere peggiore di quanto è accaduto. «Non mi spaventa più niente!».

L'assenza di Antonio pesa. Pesa anche sul fratello Pasquale che alterna momenti di slancio ad altri di apparente assenza; è dura non poter giocare più insieme, mentre la sera precedente l'incidente avevano giocato per ore con una banale palla di carta fatta proprio da Antonio stesso.

«Però Antonio lo sento vicino, è lui che mi sta dando forza e io la dò a Pasquale – dice Gina –. Lo sento dentro e solo lui mi fa vivere nonostante le lacrime che, pur ripromettendomi di contenerle, sono più forti di me». "Vivace, allegro e strafottente" sono i tre aggettivi che i genitori concordano per definire Antonio, «sempre in movimento, sempre a sfottere...» ecco perchè la sua assenza fisica pesa.

La cronaca di questi giorni ci parla di ragazzi imbrigliati in giochi pericolosi che mettono a rischio la vita (leggi blue whale e simili) e solo chi vive l'esperienza di un figlio rubato può dire a chiare lettere il valore della vita: Nicola e Gina, nell'abbandonare i gruppi watshapp in cui Antonio era iscritto, avevano lasciato ai compagni queste chiare parole: «Salvaguardate la vita, tenete cara la vita, prendetevi cura della vostra vita! Ve lo avrebbe detto Antonio».

Intanto si attendono gli esiti del processo e proprio nei giorni scorsi è stata dichiarata la molteplice responsabilità dell'accaduto.

Ai parenti di Antonio e delle altre vittime noi ancora una volta esprimiamo la vicinanza e la preghiera perchè, lentamente, il dolore sia lenito dal desiderio e dall'impegno di una vita che continua e che richiede di essere vissuta sino in fondo. A tutti loro il nostro abbraccio!

(L'articolo è pubblicato sul settimanale Luce e Vita - clicca qui)