Francesco Summo
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Politica

Francesco Summo: "Non servono fughe in avanti"

E non dice 'no' ad una sua discesa in campo

La campagna elettorale per le elezioni amministrative ha già proclamato , come comunicato settimane fa, due candidati sindaci, rispettivamente Vito Cantatore sostenuto da "Un cantiere in comune" e Antonello Paparella presentato da Forza Italia e i Riformisti di Fitto. In attesa della rivelazione del misterioso candidato del restante centrodestra, rimane in un rigoroso silenzio il Pd e l'intero centrosinistra cittadino.
Per tentare di sciogliere l'enigma, sentiamo Francesco Summo, consigliere piddino dimissionario da una maggioranza smembrata già dal 24 settembre.

Il Pd non si è ancora espresso. Attendete la prima mossa del sindaco Ottombrini?

Certo è ora che anche il Pd esprima un proprio candidato da mettere a disposizione di una coalizione di centrosinistra e a breve sarà fatto. E' normale che il maggior partito ruvese si prenda un po' di tempo in più per valutare: aver governato per due mandati da più peso alle scelte in termini di responsabilità. Non servono fughe in avanti e millantare consensi, serve lavoro e serietà nelle scelte e conoscenza approfondita dei problemi.

Secondo lei, cosa ha fatto di buono l'amministrazione Ottombrini e, invece, cosa ha sbagliato?

L'amministrazione Ottombrini ha il merito di aver dato una diversa impostazione all'azione amministrativa, scrollandola dal peso oppressivo di vecchie e cattive consuetudini. Ha dovuto affrontare una miriade di problemi che, per un fatto temporale, sono venuti in scadenza in questa amministrazione. Ha dato un'impostazione strategica alle politiche culturali e turistiche, ha cantierizzato molte opere pubbliche. Certo non si può riuscire in tutto e su alcuni temi come pubblica illuminazione, dove nonostante sia stato approvato un deliberato di consiglio non è stato ancora pubblicato un bando, e rispetto alla gestione rifiuti siamo ben lontani dall'idea di tariffazione puntuale.

Cosa ne pensa del'incursione, sul territorio ruvese, del critico d'arte Vittorio Sgarbi?

C'è poco da pensare, l'autorevolezza di Sgarbi è un dato di fatto. Spiace constatare che a volte concetti e pareri autorevoli vengano espressi in maniera volgare e offensiva e che nessuno abbia pensato di coinvolgerlo quando si è trattato del restauro dell'ex convento dei domenicani o Palazzo Caputi. Naturalmente Sgarbi non è venuto perché passava di qui ma perché qualcuno lo ha chiamato. Su questo aspetto dobbiamo essere chiari: denunciare quando si ha il sospetto che ci sia qualcosa di illecito è sacrosanto, per quello ci sono le autorità competenti, ma mettere alla berlina un'intera città e spettacolarizzare il proprio dissenso è un danno d'immagine incommensurabile. All'indomani della presentazione del progetto alla città, cui sono seguiti diversi incontri sul tema, e aver avuto tutti i pareri favorevoli della soprintendenza, che ha seguito e segue i lavori, bisognava procedere. Se poi qualcuno pensa di elevarsi a salvatore della patria e collezionare consensi questo è un problema suo e non della comunità.

Sgarbi ha definito piazza Matteotti (Regina Margherita) "pista di pattinaggio". Cosa gli risponde?

A Capodanno potremmo invitarlo in Piazza e pattinare insieme per festeggiare l'arrivo del nuovo anno.

Al di là delle polemiche, avendo uno sguardo super partes, come quanto affermato da Sgarbi, appare che si stia cercando di globalizzare tutto il territorio, effettuando rifacimenti e ristrutturazioni dei luoghi storici comuni, cancellando gli elementi architettonici tipici ruvesi. Vedi anche piazza Dante, sembra un parco del nord d'Italia. Cosa ne pensa?

Pur non condividendo lo spirito della domanda credo che chi ci ha preceduto non ha realizzato i luoghi pubblici solo per contemplarli, sono stati realizzati per creare aggregazione e affinché tutti potessero fruirne. I rifacimenti, come lei li definisce, non nascono dal concetto di cancellazione degli elementi architettonici ma dall'idea di far rivivere quei luoghi, renderli aperti, disponibili e vivibili. Subire i luoghi è un'altra cosa e non è certamente questo lo spirito. L'ovale di Piazza Matteotti, ricoperto di mattoncini sconnessi lei lo definirebbe "elemento architettonico tipico ruvese"? Forse abbiamo metri di giudizio differenti.

Infine….lei scende in campo? Se non lei, chi?

Ero, sono e sarò sempre in campo fino a che avrò passione, voglia ed entusiasmo di fare politica nonostante tutte le offese e le ingiurie che in questi ultimi anni abbiamo subito. Il tema non è chi ma come e cosa. Non mi affascina il dibattito sul nome, siamo un partito e al nostro interno abbiamo molte figure, pulite e soprattutto capaci, i nomi vengono dopo. Parliamo di progetti e di prospettive: in quale direzione dobbiamo volgere il nostro sguardo sui cambiamenti urbanistici della città? Quali cambiamenti dobbiamo apportare alla macchina amministrativa? Quali politiche di bilancio? Vogliamo continuare ad avere un welfare verticale e sussidiario o è arrivato il momento di ripensare il capitolo della socialità e trasformarlo in un investimento sulle persone e sulle famiglie? Su questi temi dobbiamo essere tutti in campo, nessuno deve sentirsi escluso.
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