
Attualità
I cestisti della Crifo Wines in visita ai piccoli pazienti della neuropsichiatria infantile di Ruvo di Puglia
Coinvolti l'Ospedale Umberto I di Corato
Ruvo - giovedì 18 dicembre 2025
13.44 Comunicato Stampa
I cestisti della Crifo Wines di Ruvo di Puglia di A2 hanno donato una mattinata di allegria e sorrisi ai bambini ricoverati all'Ospedale di Corato e ai piccoli pazienti della NPIA di Ruvo. Giocatori alti due metri e bambini con tanta voglia di crescere, anche grazie ai sorrisi e alla gioia stampati sui volti hanno trasmesso passione, forza e voglia di lottare ai piccoletti alle prese con la partita più difficile: quella della guarigione.
All'Umberto I di Corato c'erano Ulaneo, Nikolic, Moody, Musso e Borra, accompagnati da Mauro Stella e accolti dalla direttrice medica Maria de Palma, dal direttore Giovanni Ciccarone, insieme a medici, infermieri, Oss e alle mamme della Neonatologia con i loro neonati.
A Ruvo, nella Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, accompagnati dal coach Stefano Rajola, c'erano Jerkovic, Anumba, Miccoli, Reale, Brooks e Francese , insieme al team del responsabile Area Nord Tommaso Tota, neuropsichiatri, psicologi, terapisti e i piccoli pazienti entusiasti.
Una festa bellissima, con il dono più grande: stare insieme. Con la loro presenza hanno ricordato che sport, salute e solidarietà "giocano" nella stessa squadra. Guarire e prendersi cura delle persone, grandi e piccole, è un po' come fare un canestro da tre punti.
All'Umberto I di Corato c'erano Ulaneo, Nikolic, Moody, Musso e Borra, accompagnati da Mauro Stella e accolti dalla direttrice medica Maria de Palma, dal direttore Giovanni Ciccarone, insieme a medici, infermieri, Oss e alle mamme della Neonatologia con i loro neonati.
A Ruvo, nella Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, accompagnati dal coach Stefano Rajola, c'erano Jerkovic, Anumba, Miccoli, Reale, Brooks e Francese , insieme al team del responsabile Area Nord Tommaso Tota, neuropsichiatri, psicologi, terapisti e i piccoli pazienti entusiasti.
Una festa bellissima, con il dono più grande: stare insieme. Con la loro presenza hanno ricordato che sport, salute e solidarietà "giocano" nella stessa squadra. Guarire e prendersi cura delle persone, grandi e piccole, è un po' come fare un canestro da tre punti.
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