Impianto biogas
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Attualità

Impianto biogas tra Terlizzi e Ruvo: favorevoli gli agricoltori

Una nota di CIA e Op Oliveti Terra di Bari

«Finalmente potrebbe chiudersi la catena del valore e potrebbero essere utilizzati gli scarti L'olivicoltura del nord barese ha bisogno di un impianto serio, rispettoso dell'ambiente e della salute dei cittadini, in grado di valorizzare gli scarti di lavorazione e chiudere la catena del valore, dando seguito al principio dell'economia circolare, che in tanti decantano, ma che in pochi vogliono mettere in atto».

È quanto si legge in una nota diffusa da CIA - Agricoltori Italiani area Levante e Op Oliveti Terra di Bari, la più importante organizzazione di produttori italiani, con la quale si accoglie favorevolmente l'idea dell'impianto di biogas progettato da Sorgenia nell'agro della città dei fiori, nella misura in cui rispetti l'ambiente e tutti i vincoli paesaggistici. L'impianto, se la Conferenza di servizi odierna dovesse dare parere positivo, sorgerebbe nell'agro tra Terlizzi ed il territorio ruvese (dove per la verità il dibattito appare piuttosto tiepido), non lontano dalla provinciale che unisce Ruvo di Puglia alla frazione bitontina di Palombaio.

«Questo impianto, secondo le relazioni degli esperti, si avvarrebbe di una tecnologia innovativa che utilizza la sansa vergine, spesso più un problema che una risorsa per i produttori olivicoli, e la trasformerebbe in biogas, una fonte energetica rinnovabile e pulita. Il digestato, prodotto naturale che chiude il processo di trasformazione, verrebbe poi conferito agli agricoltori che lo potrebbero utilizzare per arricchire i suoli di sostanza organica, storicamente impoveriti dall'abuso della chimica. La CO2 prodotta durante la fermentazione dei sottoprodotti agricoli, poi, verrebbe catturata e riutilizzata nel settore agricolo (serre) e in quello industriale (refrigerante) mentre per la copertura dei consumi energetici interni dell'impianto, secondo il progetto, si utilizzerebbe il nocciolino di oliva» commentano i dirigenti dell'associazione di categoria.

«L'olivicoltura è il cuore dell'economia di questo territorio e non possiamo perdere l'opportunità di aprirci al futuro mantenendo invariati i nostri valori: rispetto, salvaguardia, tutela e valorizzazione dell'ambiente e amore per la nostra terra che nutre migliaia di famiglie. Per questo siamo favorevoli allo sviluppo delle nuove tecnologie e del riutilizzo degli scarti di olivicoltura e floricoltura, purchè sia rispettato l'ambiente e tutti i vincoli paesaggistici dell'intera area individuata per realizzare l'investimento – ribadisce Giuseppe De Noia responsabile dello Sviluppo Organizzativo della CIA Levante -. Per questo motivo chiediamo l'istituzione di un comitato tecnico scientifico di sorveglianza, composto da esponenti di associazioni agricole e ambientaliste riconosciuti dalle istituzioni, per controllare questo che potrebbe essere un processo virtuoso in grado di dare ancora più valore alle nostre produzioni».

«Capisco le critiche costruttive di chi vuole capire meglio, un po' meno i no a prescindere, per questo invito tutti ad analizzare i benefici di un'opera del genere e a correggere eventuali punti critici», sottolinea Pasquale Memola, vicepresidente di Oliveti Terra di Bari e Presidente della cooperativa Agricoltura Progresso di Terlizzi.

«Grazie a questo impianto potremmo dire addio a sversamenti di acque reflue e sanse, che danneggiano seriamente i nostri campi, e su cui nessuno purtroppo spende parole e iniziative – continua Memola -. La sansa sarà fornita proprio dai produttori locali ottimizzandone la logistica e sostenendo lo sviluppo dell'economia del territorio».
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