Carabinieri Forestali
Carabinieri Forestali
Cronaca

Traffico di rifiuti pericolosi verso Asia e Africa, i dettagli dell'operazione dei Forestali

Tre persone in manette, sette denunce.

Sono tre gli imprenditori arrestati dai Carabinieri Forestali del Gruppo di Bari cui si aggiungono il sequestro di n. 4 aziende site in Palo del Colle, Ruvo di Puglia e Andria oltre a diverse decine di mezzi pesanti ed al sequestro per equivalente di beni per un totale di oltre un milione e settecentomila euro, in esecuzione di un'ordinanza cautelare emessa dal GIP di Bari, a seguito di due anni di indagini condotte dai Carabinieri forestali su delega della Direzione Distrettuale Antimafia del Capoluogo pugliese.

Gli imprenditori arrestati sono: Domenico Cassetta di Andria, Domenico Montaruli di Ruvo di Puglia e l'egiziano Deyab Ashraf.

Oltre ai tre arrestati, di cui uno egiziano e gli altri due di Ruvo di Puglia e Andria, sette persone sono state denunciate a piede libero: per tutti l'accusa principale è di traffico internazionale organizzato di rifiuti pericolosi tra Italia, Egitto, Iran e Libia.

Gli arrestati, insieme alle persone denunciate, avevano costituito un Gruppo criminoso che dovrà rispondere, tra gli altri, del delitto di cui all'art. 260 D.lvo 152/06 - traffico organizzato di rifiuti speciali pericolosi e non – avendo messo su un'organizzazione che esportava all'estero:
1) Veicoli fuori uso interi (semirimorchi, autocarri cassonati e furgonati anche adibiti ad usi speciali (frigorifero, betoniera), ecc.], non più idonei alla circolazione su strada in quanto non marcianti ed inutilizzabili, costituenti rifiuti speciali pericolosi;
2) Parti di veicoli fuori uso (cabine, assali, pneumatici, serbatoi, motori, alberi di trasmissione, semiscocche, tettucci, marmitte, impianti frenanti, ecc) in ingenti quantità, costituenti rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, in quanto mai sottoposti alle operazioni di trattamento previste (es. messa in sicurezza, di demolizione, di pressatura, di tranciatura, di frantumazione, di recupero o di preparazione per lo smaltimento dei rifiuti frantumati) quali attività da eseguirsi ai fini del recupero o dello smaltimento del veicolo fuori uso e dei suoi componenti;
3) Parti di veicoli fuori uso attinenti alla sicurezza (semiassi, sospensioni, ammortizzatori, impianti frenanti, impianto sterzante, air bag, cinture) non sottoposti alle prescritte operazioni di revisione, quindi costituenti rifiuto;

ove la legge di settore definisce "veicoli fuori uso" quei veicoli di cui il proprietario/detentore vuole disfarsi mediante la radiazione al PRA ai fini dell'esportazione all'estero o per demolizione, con conseguente produzione di parti di ricambio commercializzabili solo previa bonifica e messa in sicurezza.

In pratica, i soggetti indagati utilizzavano i rispettivi complessi aziendali (beni, mezzi e persone) per cannibalizzare i veicoli fuori uso (costituenti rifiuto) mediante il taglio a pezzi degli stessi, così ottenendo parti di essi che venivano esportati tal quali, dichiarandoli falsamente come parti di ricambio, ossia non rifiuto, ma costituenti in realtà ancora rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, poiché commercializzati senza essere stati sottoposti alle operazioni di trattamento ossia bonifica e messa in sicurezza presso un centro di demolizione autorizzato.
Numerose le fatture sequestrate corredate da Dichiarazione nelle quali si attestava falsamente l'avvenuta "messa in sicurezza e bonifica mediante le operazioni di aspirazione degli olii e liquidi ivi contenuti e mediante smontaggio dei relativi filtri" ad opera di Ditte specializzate; sequestrate inoltre false documentazioni utilizzate per presentare come parti di ricambio i rifiuti esportati. Per tali principali ragioni, agli indagati sono stati contestati numerosi reati di falso.

L'azienda capofila del Gruppo, inoltre, esercitava abusivamente l'attività di centro di raccolta e demolizione, trattandosi di mera concessionaria di veicoli pesanti usati, avvalendosi della complicità documentale fornitagli dalle altre aziende indagate, quali centri di raccolta autorizzati. In pratica la trasformazione in pezzi di ricambio veniva fatta risultare falsamente come posta in essere presso un centro di raccolta autorizzato, mentre in realtà si svolgeva – mediante cannibalizzazione – presso un'azienda non autorizzata al riguardo. Nella conduzione dell'attività illecita, il gruppo organizzato si avvaleva anche di consulenti ambientali, anch'essi indagati.

Ammonta a circa 3.500.000 chilogrammi la quantità di rifiuti gestita illegalmente, in particolare verso paesi Asiatici e Africani; più nello specifico, l'organizzazione agiva mediante operazioni costituite da numerose spedizioni transfrontaliere attraverso i Porti di Bari, Genova e Salerno, dirette principalmente verso Iran, Libia, Egitto.

Inoltre, ammonta a oltre € 1.700.000 il valore accertato dei profitti illeciti, derivanti dal risparmio di spesa per la mancata attivazione delle corrette procedure di gestione e recupero dei rifiuti prescritte dalla legge e dai ricavi delle vendita illecita dei rifiuti stessi.

Ingente il danno all'ambiente, derivato dalla circolazione dei suddetti rifiuti, sporchi e non bonificati con presenza di gravi inquinanti come pcb-pct, piombo, cadmio, mercurio, sostanze lesive per l'ozono nonché sostanze petrolifere contaminate, così generando potenziali rischi per l'ambiente sia in fase di trasporto che in caso di un eventuale riutilizzo di tali parti. Inoltre, il trasferimento di rifiuti non bonificati in Africa fa sì che, ove anche una parte di essi dovesse esser riutilizzata o recuperata, tutto il resto potrebbe andare ad alimentare le numerosissime discariche a cielo aperto trasferendo su quell'ambiente i costi risparmiati in Italia.

Come anticipato, l'esecuzione delle presenti misure cautelari segue una lunga e complessa indagine durata circa due anni condotta con l'ausilio di intercettazioni ambientali e telefoniche ed articolatasi su una serie di sequestri condotti negli anni nei Porti di Genova, Salerno e Bari, per singole esportazioni illecite da considerarsi come segmentali rispetto alla fattispecie illecita finale del traffico organizzato transfrontaliero punita dal Codice dell'ambiente. Contestata anche la violazione della legge n. 231/2001 in tema di responsabilità amministrativa delle Imprese; le aziende sequestrate sono state sottoposte ad amministrazione giudiziale.

L'indagine è stata condotta dai Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Gruppo di Bari con la collaborazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli-Direzione Centrale Antifrode e Controlli, che ha permesso agli investigatori di localizzare e bloccare i traffici in esportazione.
All'esecuzione del provvedimento
  • Carabinieri Forestali
Altri contenuti a tema
Reati nel Parco in diminuzione ma gli incendi boschivi sono un problema Reati nel Parco in diminuzione ma gli incendi boschivi sono un problema Il report delle operazioni dei Carabinieri Forestali nel 2021
Enduro nel Parco dell'Alta Murgia, denunciati alcuni ruvesi Enduro nel Parco dell'Alta Murgia, denunciati alcuni ruvesi Erano a bordo di quod nel bosco di Parco delle Grave, l'area protetta nei pressi di Castel del Monte
Motocross in pieno Parco, nei guai centauro di Ruvo di Puglia Motocross in pieno Parco, nei guai centauro di Ruvo di Puglia Sequestrata la motocicletta
Reati nel Parco, +40% degli illeciti amministrativi. In un anno sanzioni per 370mila euro Reati nel Parco, +40% degli illeciti amministrativi. In un anno sanzioni per 370mila euro Diminuiscono gli incendi boschivi ma aumentano i reati legati all'abbandono dei rifiuti
Incendio Acquatetta, individuato il presunto responsabile dai forestali di Ruvo di Puglia Incendio Acquatetta, individuato il presunto responsabile dai forestali di Ruvo di Puglia L'uomo, un 53enne di Spinazzola, è stato denunciato
Forestali perlustrano il Parco. Nessuna scampagnata nelle campagne murgiane Forestali perlustrano il Parco. Nessuna scampagnata nelle campagne murgiane Solo due le sanzioni elevate
Carabinieri Forestali, in aumento le attività di controllo Carabinieri Forestali, in aumento le attività di controllo Il bilancio 2019 delle attività di contrasto agli illeciti forestali, ambientali e agroalimentari
Incendio di San Biagio, individuato il responsabile dell'abbandono del fogliame Incendio di San Biagio, individuato il responsabile dell'abbandono del fogliame I pompieri hanno lavorato per ore per sedare il rogo
© 2001-2024 RuvoViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
RuvoViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.