Disastro Ferroviario, la testimonianza di alcuni soccorritori: «Scena devastante»

La nota di Antonio Longo, comandante della Vigilanza Giurata, tra i primi intervenuti sul luogo del disastro

venerdì 12 luglio 2019 13.24
La testimonianza di Antonio Longo, comandante della Vigilanza Giurata, tra i primi intervenuti sul luogo del disastro.

12 luglio 2016, ore 11,30 circa, io e il collega Antonio Talarico raggiungiamo il luogo del disastro ferroviario. Al nostro arrivo solo un'ambulanza e una volante della Polizia. La scena che si presenta ai nostri occhi è devastante. Morti e feriti sparsi nella campagna afosa, il treno sventrato, lamenti da ogni parte. Iniziamo col prestare soccorso ad alcuni feriti che ci vengono incontro. Fra questi, un uomo col volto completamente insanguinato con pezzi di vetro conficcati nella pelle che cerchiamo pian piano di estrarre. I feriti, sparsi nella campagna fra gli alberi di olivo, implorano aiuto, ma non riusciamo a prestare soccorso a tutti. Chiamo immediatamente la nostra centrale operativa e ordino di far arrivare sul posto personale con taniche piene di acqua per pulire i volti insanguinati dei feriti. Dopo qualche minuto ci raggiungono altri colleghi con le taniche piene di acqua e ci impegniamo a portare sul luogo dell'incidente i soccorsi che rapidamente convergono da ogni parte, ma che hanno difficoltà ad orientarsi nelle campagne. Forze dell'Ordine ma anche tanti volontari, medici e paramedici che, sentita la notizia, arrivano per dare aiuto. Bisogna dirlo, in pochi minuti l'Italia intera si mobilita. Informo immediatamente il gabinetto del Sindaco di quanto successo e subito dopo ci vediamo costretti a presidiare le vie di accesso al luogo del disastro per l'arrivo di centinaia di persone curiose e di parenti che ci chiedono notizie dei propri congiunti che sanno essere a bordo del treno. Le mie guardie sono prese completamente nell'attività di soccorso ma le vedo estremamente provate. Non è facile. La scena dell'incidente non può non segnare emotivamente chi giunge sul posto. L'attività più difficile è quella di contenere la disperazione dei familiari ormai consapevoli di quanto successo. Confortiamo per quanto ci è possibile i parenti e, alcuni, anche ricorrendo a qualche pietosa bugia.
Una giornata che non dimenticheremo mai.