Livio Minafra. <span>Foto Valentina Pavone</span>
Livio Minafra. Foto Valentina Pavone
Eventi e cultura

“Germogli”, la musica per don Gino Samarelli: due serate in sua memoria con Livio Minafra e l’Accademia Mandolinistica Pugliese

Pathos e raffinatezza per ricordare il sacerdote-mecenate dell’arte sacra e fondatore di Digressione Music

A un anno dalla scomparsa di don Girolamo Samarelli, sacerdote, intellettuale, visionario cultore di musica sacra e contemporanea, Molfetta gli rende omaggio con una rassegna, una commemorazione vera e propria rigenerazione culturale: "Germogli. Talee musicali per don Gino Samarelli".

Promossa dalla comunità parrocchiale del Duomo, in sinergia con la Fondazione Museo Diocesano, la FeArT società cooperativa e l'associazione culturale Terra Gialla, l'iniziativa si articola in due appuntamenti – ieri sabato 7 e oggi domenica 8 giugno – che uniscono rigore artistico, profondità spirituale e una spiccata tensione poetica.

Don Gino, fondatore dell'etichetta Digressione Music, ha consacrato la propria vita alla promozione della bellezza attraverso l'arte e la musica, intese non come ornamento ma come strumenti di elevazione dell'anima e della collettività. Artigiano della bellezza – così è stato definito – ha operato instancabilmente per cucire il tessuto spesso sfilacciato tra arte colta e popolare, fede e pensiero, spiritualità e impegno culturale.

La rassegna "Germogli" prende le mosse proprio da questa visione: quella di un'estetica che non si esaurisce nell'effimero, ma germina, si moltiplica, diventa talea feconda di futuro.

Il primo appuntamento, ospitato nel Museo Diocesano di Molfetta, ha visto in scena il progetto Fabulae, nato dall'incontro tra due musicisti dalla cifra espressiva inconfondibile: Dario Doronzo, trombettista e flicornista dalla cantabilità struggente, e Livio Minafra, pianista ruvese, compositore e interprete tra i più originali del panorama contemporaneo.

Il duo ha offerto un'esperienza sospesa tra rigore cameristico e libertà jazzistica, tra eleganza formale e slancio improvvisativo. Le loro composizioni, frutto di una profonda ricerca tematica, hanno dato vita a un dialogo teso e vibrante, in cui il virtuosismo non è mai fine a sé stesso, ma sempre al servizio dell'emozione e della narrazione.

Minafra – con il suo tocco a tratti percussivo, a tratti impalpabile – ha saputo restituire, in un linguaggio musicale che sfugge a ogni etichetta, la potenza espressiva di un pensiero artistico libero e visionario, perfettamente in linea con lo spirito di don Gino.
Oggi, domenica 8 giugno, presso il Duomo di San Corrado, la rassegna si chiude con una serata tra memoria liturgica e ricerca storica. Dopo la celebrazione della Santa Messa in suffragio di don Gino, il pubblico potrà assistere al concerto "I fiori di Molfetta", eseguito dall'Accademia Mandolinistica Pugliese – formazione d'eccellenza impegnata nella valorizzazione delle molteplici anime del mandolinismo regionale.

Valerio Fusillo (primo mandolino), Denise Colaianni (secondo mandolino), Fedele De Palma (mandola) e Leonardo Lospalluti (chitarra) porteranno in scena un repertorio ispirato alle antiche "sale da barba", spazi popolari in cui i barbieri-musicisti facevano risuonare valzer, romanze e trascrizioni operistiche, contribuendo in modo determinante alla democratizzazione della cultura musicale.

Il progetto dell'Accademia non si limita al recupero filologico, ma include anche una rilettura contemporanea di materiali della tradizione, rendendo viva e pulsante una pratica che rischiava di restare relegata nell'archivio della nostalgia.

"Anche se gli artigiani della bellezza, purtroppo, a volte vengono a mancare improvvisamente, lei, la bellezza, resta" – recitano le parole scelte per accompagnare la rassegna. E in effetti, "Germogli" è un segnale di continuità, una promessa di custodia e rigenerazione. È la dimostrazione che, se seminata con cura e passione, la bellezza non muore, ma si moltiplica.

Nel solco aperto da don Gino Samarelli, questa rassegna è il primo passo di un cammino che di memoria, arte e spiritualità, che restituisce alla comunità una visione alta e consapevole del fare cultura. Perché la musica, come la fede, è vocazione, e va vissuta, custodita, condivisa.
  • livio minafra
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