
Religioni
La cattedra di Ruvo di Puglia su cui sedette Papa Francesco: il ricordo che oggi commuove
A una settimana dalla scomparsa del Santo Padre, torna alla memoria la visita a Molfetta e l'uso della solenne cattedra della Concattedrale di Ruvo
Ruvo - lunedì 28 aprile 2025
In questi giorni di lutto e di preghiera, mentre il mondo intero piange Papa Francesco, anche Ruvo di Puglia si unisce al ricordo.
Un legame discreto lega questa città al Pontefice che ha segnato la storia recente della Chiesa.
Era il 20 aprile 2018 quando Papa Francesco, in visita pastorale in Puglia sui passi di don Tonino Bello, celebrò la Messa sul porto di Molfetta, davanti a migliaia di fedeli. In quella celebrazione carica di simboli e di tenerezza, la sede scelta per il Santo Padre fu la cattedra lignea della Concattedrale di Ruvo di Puglia: un manufatto di sobria bellezza, dalle linee solenni e severe.
Nulla di sfarzoso, nulla di superfluo. Solo il legno, lavorato con dignità e semplicità, a sorreggere il successore di Pietro, come piaceva a Papa Francesco, come avrebbe voluto don Tonino.
Quel giorno, a Molfetta, tutto parlava di essenzialità: una grande croce in acciaio corten sullo sfondo, il pastorale in ulivo appartenuto a don Tonino, l'altare che riportava le antiche immagini del Cristo in trono. Simboli di una Chiesa povera e vicina al popolo, come il Papa aveva sempre sognato.
Oggi, ricordando quella giornata, Ruvo di Puglia si sente ancora più vicina a Francesco.
Quella cattedra, ancora custodita nella Concattedrale, è diventata memoria viva di un incontro, di un ponte tra la Puglia e il cuore della cristianità.
In questa settimana di silenzio e commozione, quel gesto semplice — scegliere una cattedra umile per sedere accanto al Vangelo — torna a brillare con forza. Racconta chi era Papa Francesco: un pastore che ha voluto vivere da fratello, che ha cercato non i palazzi ma le periferie, non il potere ma il servizio.
A una settimana dalla sua scomparsa, il popolo di Ruvo, e con esso tutta la Puglia, ripete ancora una volta il suo "grazie" al Papa venuto dalla fine del mondo, che in punta di piedi, su una cattedra di legno, ha saputo parlare al cuore di tutti.
Un legame discreto lega questa città al Pontefice che ha segnato la storia recente della Chiesa.
Era il 20 aprile 2018 quando Papa Francesco, in visita pastorale in Puglia sui passi di don Tonino Bello, celebrò la Messa sul porto di Molfetta, davanti a migliaia di fedeli. In quella celebrazione carica di simboli e di tenerezza, la sede scelta per il Santo Padre fu la cattedra lignea della Concattedrale di Ruvo di Puglia: un manufatto di sobria bellezza, dalle linee solenni e severe.
Nulla di sfarzoso, nulla di superfluo. Solo il legno, lavorato con dignità e semplicità, a sorreggere il successore di Pietro, come piaceva a Papa Francesco, come avrebbe voluto don Tonino.
Quel giorno, a Molfetta, tutto parlava di essenzialità: una grande croce in acciaio corten sullo sfondo, il pastorale in ulivo appartenuto a don Tonino, l'altare che riportava le antiche immagini del Cristo in trono. Simboli di una Chiesa povera e vicina al popolo, come il Papa aveva sempre sognato.
Oggi, ricordando quella giornata, Ruvo di Puglia si sente ancora più vicina a Francesco.
Quella cattedra, ancora custodita nella Concattedrale, è diventata memoria viva di un incontro, di un ponte tra la Puglia e il cuore della cristianità.
In questa settimana di silenzio e commozione, quel gesto semplice — scegliere una cattedra umile per sedere accanto al Vangelo — torna a brillare con forza. Racconta chi era Papa Francesco: un pastore che ha voluto vivere da fratello, che ha cercato non i palazzi ma le periferie, non il potere ma il servizio.
A una settimana dalla sua scomparsa, il popolo di Ruvo, e con esso tutta la Puglia, ripete ancora una volta il suo "grazie" al Papa venuto dalla fine del mondo, che in punta di piedi, su una cattedra di legno, ha saputo parlare al cuore di tutti.