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Ruvesi in sovrappeso? Le nutrizioniste De Chirico e Pecoriello confermano: "10 chili in più durante la pandemia, è l’effetto lockdown".
Coldiretti Puglia: quattro pugliesi su dieci hanno cattive abitudini alimentari
Ruvo - venerdì 8 aprile 2022
11.47
Pugliesi, popolo in sovrappeso? Secondo un'indagine di Coldiretti Puglia il rischio è serio. I dati parlano chiaro: sono in sovrappeso 4 pugliesi su 10, con una condizione generale di salute peggiore della media nazionale. Tutto ciò anche a causa di stili alimentari introdotti durante i lunghi periodi di lockdown-Covid.
Il trend dei chili di troppo è confermato anche a Ruvo. Ecco la testimonianza della biologa nutrizionista ruvese, Valeria De Chirico: «Da inizio pandemia ho riscontrato un notevole incremento di accessi a prima visita nutrizionale da parte di molti pazienti che, in occasione delle restrizioni imposte, hanno raggiunto un peso importante, con incrementi anche di 10-15 kg nel corso dei primi mesi di pandemia».
I più colpiti sono per il 60% ragazzi in età scolastica: «Ancora oggi noto che molti di loro evitano la compagnia dei coetanei; dicono di studiare molto e trascorrono il loro tempo libero in casa. Se fino a due anni fa, i genitori che li accompagnavano a visita lamentavano il fatto che i ragazzi fossero sempre fuori casa e quindi per tal motivo era difficile seguirli con l'alimentazione (poiché mangiavano spesso in giro presso take-away e distributori), ora ritrovo gli stessi genitori che invogliano i propri figli ad uscire e fare attività fisica».
«Sono aumentati i casi di disturbi del comportamento alimentare - aggiunge la dottoressa De Chirico - anche tra adulti che, al ritorno alla normalità, si son ritrovati con un fisico completamente differente, e quindi alla ricerca di un tentativo rapido per perdere peso a qualsiasi costo».
Sulla stessa linea anche Silvia Pecoriello, anche lei biologa nutrizionista con studio a Ruvo: «Molte persone in sovrappeso si rivolgono a me dopo un peggioramento delle abitudini alimentari avvenuto durante il lockdown. In quel periodo particolare - conferma la dottoressa - più di qualcuno (forse per passare il tempo o forse per consolarsi), ha sentito proprio la necessità di "impastare qualcosa". Mi è stato detto proprio così. Inoltre, complice la chiusura forzata nelle proprie abitazioni, c'è stata una riduzione drastica anche dell'attività fisica e questo ha ovviamente inferto il colpo di grazia».
Con la fine dello stato di emergenza e l'arrivo della Primavera, adesso si spera in un cambio di marcia. Coldiretti ricorda che il sovrappeso fa male al clima (perché essere in sovrappeso comporta la produzione di una maggiore quantità di emissioni di CO2 sia per via dei processi metabolici dell'organismo sia per via dell'eccesso di cibo consumato da chi soffre di obesità). Soprattutto fa male alla salute, dato che i chili in eccesso fanno aumentare in misura esponenziale i fattori di rischio di malattie cardiovascolari e dei tumori.
La buona alimentazione deve diventare dunque un fattore di cultura. E in questo caso Ruvo dà il buon esempio, come ci racconta sempre la biologa Pecoriello: «Una cosa che ho notato di Ruvo, che mi ha piacevolmente stupita, è che, indipendentemente dal discorso sovrappeso-obesità, c'è la voglia da parte delle persone di aiutarsi con la corretta alimentazione a prevenire eventuali patologie. Tanti cittadini iniziano a considerare la dieta non soltanto come una buona prassi per dimagrire, ma come qualcosa di utile per star bene sempre».
Il trend dei chili di troppo è confermato anche a Ruvo. Ecco la testimonianza della biologa nutrizionista ruvese, Valeria De Chirico: «Da inizio pandemia ho riscontrato un notevole incremento di accessi a prima visita nutrizionale da parte di molti pazienti che, in occasione delle restrizioni imposte, hanno raggiunto un peso importante, con incrementi anche di 10-15 kg nel corso dei primi mesi di pandemia».
I più colpiti sono per il 60% ragazzi in età scolastica: «Ancora oggi noto che molti di loro evitano la compagnia dei coetanei; dicono di studiare molto e trascorrono il loro tempo libero in casa. Se fino a due anni fa, i genitori che li accompagnavano a visita lamentavano il fatto che i ragazzi fossero sempre fuori casa e quindi per tal motivo era difficile seguirli con l'alimentazione (poiché mangiavano spesso in giro presso take-away e distributori), ora ritrovo gli stessi genitori che invogliano i propri figli ad uscire e fare attività fisica».
«Sono aumentati i casi di disturbi del comportamento alimentare - aggiunge la dottoressa De Chirico - anche tra adulti che, al ritorno alla normalità, si son ritrovati con un fisico completamente differente, e quindi alla ricerca di un tentativo rapido per perdere peso a qualsiasi costo».
Sulla stessa linea anche Silvia Pecoriello, anche lei biologa nutrizionista con studio a Ruvo: «Molte persone in sovrappeso si rivolgono a me dopo un peggioramento delle abitudini alimentari avvenuto durante il lockdown. In quel periodo particolare - conferma la dottoressa - più di qualcuno (forse per passare il tempo o forse per consolarsi), ha sentito proprio la necessità di "impastare qualcosa". Mi è stato detto proprio così. Inoltre, complice la chiusura forzata nelle proprie abitazioni, c'è stata una riduzione drastica anche dell'attività fisica e questo ha ovviamente inferto il colpo di grazia».
Con la fine dello stato di emergenza e l'arrivo della Primavera, adesso si spera in un cambio di marcia. Coldiretti ricorda che il sovrappeso fa male al clima (perché essere in sovrappeso comporta la produzione di una maggiore quantità di emissioni di CO2 sia per via dei processi metabolici dell'organismo sia per via dell'eccesso di cibo consumato da chi soffre di obesità). Soprattutto fa male alla salute, dato che i chili in eccesso fanno aumentare in misura esponenziale i fattori di rischio di malattie cardiovascolari e dei tumori.
La buona alimentazione deve diventare dunque un fattore di cultura. E in questo caso Ruvo dà il buon esempio, come ci racconta sempre la biologa Pecoriello: «Una cosa che ho notato di Ruvo, che mi ha piacevolmente stupita, è che, indipendentemente dal discorso sovrappeso-obesità, c'è la voglia da parte delle persone di aiutarsi con la corretta alimentazione a prevenire eventuali patologie. Tanti cittadini iniziano a considerare la dieta non soltanto come una buona prassi per dimagrire, ma come qualcosa di utile per star bene sempre».


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