Disastro ferroviario
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Cronaca

Processo disastro ferroviario, controesame dei periti della Procura da parte della difesa

Il collegio giudiziario ha stabilito l'esclusione di 9 degli 11 allegati della perizia

Si è volta ieri, mercoledì 8 luglio l'udienza del processo del disastro ferroviario del 12 luglio 2016 dedicata al controesame dei periti della Procura da parte dei difensori degli imputati.

Sede dell'udienza del processo penale relativo all'incidente che provocò 23 morti e 51 feriti nella tratta tra Andria e Corato, l'auditorium "Riccardo Baglioni", situato all'interno dell'oratorio Sant'Annibale Maria di Francia di Andria.

Nel contro esame dei due periti da parte del collegio difensivo, sono stati confutati alcuni dei passaggi contenuti nella consulenza tecnica, in particolare sull'obsolescenza del sistema del blocco telefonico (termine che non fa riferimento, come è emerso ieri, al fatto che non sia più valido ma che questo è stato superato da più moderni sistemi di sicurezza) e sulla creazione dei treni supplementari (pochi in verità, rispetto al numero complessivo dei convogli circolanti).

La parte saliente dell'udienza è consistita nel fatto che, il collegio giudiziario del Tribunale di Trani, presidente Antonio de Luce, a latere Marina Chiddo e Sara Pedone, ha stabilito di cancellare (giudizialmente "espungere") alcune pagine della consulenza tecnica prodotta dai periti della Procura, perché ritenute "inutilizzabili" e precisamente 9 degli 11 allegati, accogliendo così la richiesta del collegio di difesa.

Infatti, durante l'ultima udienza svoltasi anch'essa ad Andria a causa dell'inutilizzabilità delle aule giudiziarie tranesi, avevano deposto i due consulenti tecnici della Procura, citati dai pubblici ministeri Alessandro Pesce e Marcello Catalano. I consulenti tecnici hanno rivolto il loro esame peritale sui treni cosiddetti "bis" (cioè treni supplementari), sugli incroci che ne seguivano, al sistema del blocco telefonico, oltre a far ascoltare le telefonate avvenute tra i capistazione di Andria e Corato, rispettivamente Vito Piccarreta e Alessio Porcelli e del dirigente centrale di coordinamento nei minuti a ridosso del disastro ferroviario.

Su questa perizia due difensori, gli avvocati Leonardo Iannone e Domenico Di Terlizzi, avevano infatti chiesto ai giudici, di eliminare alcuni degli allegati alle consulenze tecniche, con relative pagine e note a piè di pagina, tutti contenenti atti di indagine. Nell'udienza di ieri, il collegio giudicante, sciogliendo la precedente riserva ha stabilito che "le dichiarazioni rese dagli imputati e da persone informate sui fatti contenute in ogni parte delle consulenze tecniche, nonchè le parti delle stesse afferenti alle attività compiute dalla polizia guidiziaria cui i consulenti non hanno partecipato, non possono essere utilizzate a fini probatori nel presente processo e devono, pertanto, essere considerate inutilizzabili".

Pertanto, la conseguenza è stata quella che sono state "espunti" 9 degli 11 allegati contestati dagli avvocati Iannone e Di Terlizzi.
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