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Ricongiungimenti familiari negati dal Covid, gli psicologi: «Attenzione alla salute mentale»

Una analisi del rischio derivante dall'isolamento sociale e la necessità di rasserenare bambini e anziani

«Genitori che non riabbracceranno i figli lontani durante i giorni del Natale, studenti fuori sede che sono rientrati a casa con quarantene che copriranno tutto il periodo delle festività e fuorisede che hanno scelto di non tornare. Famiglie con ingressi "contingentati" in casa. La situazione sembra paradossale e difficile da immaginare, eppure il cambiamento richiesto sarà l'unico modo per trascorrere questo Natale 2020 diverso ed affrontare l'inizio dell'anno in maniera più serena con lo stare insieme più sentito, desiderato. Sarà un Natale indimenticabile, questo è certo». Così Antonio Di Gioia, psicologo e psicoterapeuta, commenta le organizzazioni di vita familiare e sociale "suggestionate" dalla paura, dal rischio di ammalarsi e far ammalare, ma con l'attesa, il desiderio di farci contagiare dalla voglia di ri-trovarci, appena possibile, in modo più autentico, più sentito.

«Abbiamo pensieri che ci fanno riflettere su quanto ci viene richiesto e viviamo la situazione attuale come una costrizione, come limitazione delle libertà. In parte è così, ma si tratta anche di un grandissimo gesto di generosità verso il prossimo. Lo rinuncia più grande sarà quella degli anziani, il loro dover stare soli e rinunciare alle giornate intere con parenti e amici. Ma forse sono proprio loro, che hanno superato periodi realmente difficili e pieni di sacrifici, a rischio della vita stessa, ad insegnarci a rispettare le regole in maniera efficace e a non aver paura di aspettare per abbracciarsi ancora. Sono loro ad insegnarci ad essere meno egoisti ed è soprattutto per loro che siamo chiamati a non esserlo».

La dottoressa Daniela Sannino, esperta in psicologia familiare, pone l'attenzione sui più piccoli, a cui vengono negate esperienze di socializzazione fondamentali nel loro periodo di crescita.
«Nessuna festa di compleanno, la ricreazione in isolamento, giochi all'aperto, I più piccoli devono rinunciare a viversi la gioia dello stare insieme, i più grandi altrettanto. Per loro la tecnologia non può sostituire il tenersi per mano, o giocare insieme con il corpo. Paradossalmente, però sono i più piccoli e più anziani a rispettare al meglio le regole, e a darci speranza per il futuro.

Per i genitori, la rassicurazione e la speranza verso il futuro devono rappresentare un invito a gestire al meglio la paura, l'ansia, la tensione e le rinunce. Il grande rischio infatti, e non solo per i più piccoli, è che il virus, quale persecutore esterno possa farci vedere il mondo esterno, le persone come una minaccia. Tutto questo finirà, speriamo presto, e le famiglie, gli amici, le persone riprenderanno ad incontrarsi, a guardarsi negli occhi da vicino, ad accarezzarsi, ad abbracciarsi».
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