
Religioni
Ruvo di Puglia riabbraccia la tela restaurata di Maria Santissima delle Grazie – LE FOTO
La città celebra il rientro della venerata immagine mariana nella Concattedrale Santa Maria Assunta
Ruvo - lunedì 28 aprile 2025
Una domenica di intensa emozione ha avvolto Ruvo di Puglia, mentre la città è tornata a stringersi attorno alla sua Madre celeste. Ieri mattina, nella solennità della Concattedrale Santa Maria Assunta, è rientrata la storica tela di Maria Santissima delle Grazie, restaurata e restituita allo splendore originario, pronta a riaccendere la devozione dei fedeli.
Le celebrazioni si sono aperte nel giardino parrocchiale di via Isabella Griffi, con il rito di benedizione, per poi culminare con l'intronizzazione e la Santa Messa, nel cuore pulsante della città. L'opera, dipinta alla fine del XVII secolo da un ignoto maestro locale, raffigura la Vergine con ampio manto azzurro e abito rosso scuro bordato d'oro, nell'iconografia spiritualizzata del post Concilio di Trento: nessuna nudità, ma il solo intreccio di sguardi tra Madre e Figlio come fonte di salvezza.
Il culto alla Madonna delle Grazie è profondamente radicato nella storia ruvese. Nel Seicento, il Capitolo della Cattedrale sentì il bisogno di estendere la protezione spirituale oltre le mura urbane, affidandola a tre santuari extra moenia, tra cui quello della Madonna delle Grazie. In questo luogo sacro, sorto per offrire conforto ai viandanti, si venera ancora oggi l'intensa immagine della Virgo lactans, un frammento di affresco che raffigura Maria mentre dispensa grazie attraverso il latte materno.
La tela, documentata già negli inventari ottocenteschi, ebbe grande risonanza anche nella memorabile "Peregrinatio Mariae" del 1950: l'immagine, accolta con solenni celebrazioni in ogni parrocchia cittadina, consolidò il vincolo tra il popolo ruvese e la sua Protrettrice. La sua presenza, che attraversò anche gli sconvolgimenti architettonici della Cattedrale nel Novecento, rimase sempre fulcro di venerazione, sino alla recente ricollocazione presso l'area presbiteriale.
Con il restauro, si è restituita la bellezza pittorica e la memoria di un'identità che resiste al tempo. Ruvo oggi si raccoglie attorno a quella Madre che nei secoli ha vegliato sulle generazioni, per rinnovare la propria fede, le proprie radici, il proprio sguardo di speranza verso il futuro.
Le celebrazioni si sono aperte nel giardino parrocchiale di via Isabella Griffi, con il rito di benedizione, per poi culminare con l'intronizzazione e la Santa Messa, nel cuore pulsante della città. L'opera, dipinta alla fine del XVII secolo da un ignoto maestro locale, raffigura la Vergine con ampio manto azzurro e abito rosso scuro bordato d'oro, nell'iconografia spiritualizzata del post Concilio di Trento: nessuna nudità, ma il solo intreccio di sguardi tra Madre e Figlio come fonte di salvezza.
Il culto alla Madonna delle Grazie è profondamente radicato nella storia ruvese. Nel Seicento, il Capitolo della Cattedrale sentì il bisogno di estendere la protezione spirituale oltre le mura urbane, affidandola a tre santuari extra moenia, tra cui quello della Madonna delle Grazie. In questo luogo sacro, sorto per offrire conforto ai viandanti, si venera ancora oggi l'intensa immagine della Virgo lactans, un frammento di affresco che raffigura Maria mentre dispensa grazie attraverso il latte materno.
La tela, documentata già negli inventari ottocenteschi, ebbe grande risonanza anche nella memorabile "Peregrinatio Mariae" del 1950: l'immagine, accolta con solenni celebrazioni in ogni parrocchia cittadina, consolidò il vincolo tra il popolo ruvese e la sua Protrettrice. La sua presenza, che attraversò anche gli sconvolgimenti architettonici della Cattedrale nel Novecento, rimase sempre fulcro di venerazione, sino alla recente ricollocazione presso l'area presbiteriale.
Con il restauro, si è restituita la bellezza pittorica e la memoria di un'identità che resiste al tempo. Ruvo oggi si raccoglie attorno a quella Madre che nei secoli ha vegliato sulle generazioni, per rinnovare la propria fede, le proprie radici, il proprio sguardo di speranza verso il futuro.