
Vita di città
A Ruvo di Puglia l’alba del Primo Maggio esalta il lavoro, la memoria e la speranza
In tanti all’alba nella Pineta Comunale per celebrare i diritti, denunciare le ingiustizie e immaginare un futuro più giusto per chi lavora
Ruvo - giovedì 1 maggio 2025
Alle prime luci del giorno, Ruvo di Puglia si è svegliata con un appuntamento che è ormai rito: il Primo Maggio, la Festa dei Lavoratori, celebrata non con clamore ma con la sobrietà e la forza di una comunità che sceglie di iniziare la giornata nel segno del rispetto, della memoria e dell'impegno.
È stata la Pineta Comunale ad accogliere, poco dopo le 5:30, decine e decine di persone: giovani e anziani, lavoratori, famiglie, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini. Tutti uniti in un momento di raccoglimento che è anche dichiarazione: il lavoro deve essere vita, non rischio. Opportunità, non sacrificio.
Nel silenzio ancora sospeso tra notte e giorno, le prime parole pronunciate non sono state retoriche, ma numeri che fanno male. Solo nei primi due mesi del 2025, in Italia, 138 persone hanno perso la vita mentre lavoravano. Un dato in crescita che scuote le coscienze e interroga tutti su cosa stiamo facendo per impedire che il lavoro diventi una trappola. Serve una nuova cultura del lavoro, fondata su dignità, formazione, diritti, sicurezza. E serve adesso. Le voci dei presenti si sono alternate in un dialogo spontaneo tra passato e futuro.
Non sono mancati i riferimenti all'attualità globale: guerre, crisi ambientale, disuguaglianze sempre più marcate. In un contesto ferito, la voce di una comunità come quella ruvese si alza con forza per chiedere più giustizia, più umanità, più rispetto per chi ogni giorno costruisce silenziosamente il domani.
Il sole, nel frattempo, è sorto pienamente.
Buon Primo Maggio a tutti!
È stata la Pineta Comunale ad accogliere, poco dopo le 5:30, decine e decine di persone: giovani e anziani, lavoratori, famiglie, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini. Tutti uniti in un momento di raccoglimento che è anche dichiarazione: il lavoro deve essere vita, non rischio. Opportunità, non sacrificio.
Nel silenzio ancora sospeso tra notte e giorno, le prime parole pronunciate non sono state retoriche, ma numeri che fanno male. Solo nei primi due mesi del 2025, in Italia, 138 persone hanno perso la vita mentre lavoravano. Un dato in crescita che scuote le coscienze e interroga tutti su cosa stiamo facendo per impedire che il lavoro diventi una trappola. Serve una nuova cultura del lavoro, fondata su dignità, formazione, diritti, sicurezza. E serve adesso. Le voci dei presenti si sono alternate in un dialogo spontaneo tra passato e futuro.
Non sono mancati i riferimenti all'attualità globale: guerre, crisi ambientale, disuguaglianze sempre più marcate. In un contesto ferito, la voce di una comunità come quella ruvese si alza con forza per chiedere più giustizia, più umanità, più rispetto per chi ogni giorno costruisce silenziosamente il domani.
Il sole, nel frattempo, è sorto pienamente.
Buon Primo Maggio a tutti!