
Religioni
Ruvo di Puglia ha pianto il suo Cristo con la processione dei Misteri – LE FOTO
Tanti fedeli in cammino nella solenne Processione del Venerdì Santo
Ruvo - sabato 19 aprile 2025
9.00
Nel cuore di una città che ogni anno si ferma per ritrovare sé stessa, ieri sera Ruvo di Puglia ha vissuto uno dei momenti più intensi e struggenti della sua storia religiosa: la Processione dei Misteri.
Una marea silenziosa di fedeli, occhi lucidi e respiri trattenuti, ha seguito passo dopo passo il cammino del Cristo verso la morte, lasciandosi attraversare da emozioni profonde, impossibili da raccontare fino in fondo.
Organizzata dall'Arciconfraternita del Carmine, la processione ha preso il via alle 18:00 dalla chiesa omonima, dopo che nel primo pomeriggio la statua del Cristo Morto era stata traslata nella Concattedrale per il rito delle "Tre ore dell'agonia". Un momento toccante, in cui le statue del Figlio e della Madre – Cristo morto e Addolorata – si sono incontrate in un abbraccio simbolico che ha fatto vibrare l'aria.
Otto simulacri lignei – veri capolavori di arte sacra – hanno sfilato lentamente nel centro antico della città, seguendo l'ordine cronologico dei momenti della Passione: dall'Orto degli Ulivi al Calvario, dalla Crocifissione alla Deposizione. Il "Gesù al Calvario" di Filippo Altieri, scolpito nel 1674, ha commosso i presenti per la sua struggente umanità, mentre il "Gesù Morto" sembrava vegliare sul dolore collettivo di una comunità intera.
La città sembrava sospesa nel tempo. Solo le luci fioche dei lampioni, i bagliori delle candele e le note gravi delle marce funebri squarciavano la quiete, creando un'atmosfera di tensione spirituale.
Toccante, come ogni anno, il momento in cui il "Gesù al Calvario" si è voltato verso la chiesa del Purgatorio, là dove si conserva la statua della Pietà.
In largo Cattedrale, prima della conclusione, il padre spirituale dell'Arciconfraternita ha impartito la benedizione con la reliquia del Legno Santo, donando ai presenti un momento di raccoglimento.
La processione si è conclusa in tarda serata con il rientro dei simulacri nella chiesa del Carmine. L'ultima marcia, "Jone" del maestro Petrella, ha accompagnato il silenzio finale, mentre le lacrime di molti si confondevano con la notte.
Anche quest'anno, Ruvo non ha semplicemente ricordato la Passione, l'ha vissuta. Con ogni passo, con ogni respiro. E nella bellezza struggente di questo rito antico, ha ritrovato la forza di credere ancora.
Una marea silenziosa di fedeli, occhi lucidi e respiri trattenuti, ha seguito passo dopo passo il cammino del Cristo verso la morte, lasciandosi attraversare da emozioni profonde, impossibili da raccontare fino in fondo.
Organizzata dall'Arciconfraternita del Carmine, la processione ha preso il via alle 18:00 dalla chiesa omonima, dopo che nel primo pomeriggio la statua del Cristo Morto era stata traslata nella Concattedrale per il rito delle "Tre ore dell'agonia". Un momento toccante, in cui le statue del Figlio e della Madre – Cristo morto e Addolorata – si sono incontrate in un abbraccio simbolico che ha fatto vibrare l'aria.
Otto simulacri lignei – veri capolavori di arte sacra – hanno sfilato lentamente nel centro antico della città, seguendo l'ordine cronologico dei momenti della Passione: dall'Orto degli Ulivi al Calvario, dalla Crocifissione alla Deposizione. Il "Gesù al Calvario" di Filippo Altieri, scolpito nel 1674, ha commosso i presenti per la sua struggente umanità, mentre il "Gesù Morto" sembrava vegliare sul dolore collettivo di una comunità intera.
La città sembrava sospesa nel tempo. Solo le luci fioche dei lampioni, i bagliori delle candele e le note gravi delle marce funebri squarciavano la quiete, creando un'atmosfera di tensione spirituale.
Toccante, come ogni anno, il momento in cui il "Gesù al Calvario" si è voltato verso la chiesa del Purgatorio, là dove si conserva la statua della Pietà.
In largo Cattedrale, prima della conclusione, il padre spirituale dell'Arciconfraternita ha impartito la benedizione con la reliquia del Legno Santo, donando ai presenti un momento di raccoglimento.
La processione si è conclusa in tarda serata con il rientro dei simulacri nella chiesa del Carmine. L'ultima marcia, "Jone" del maestro Petrella, ha accompagnato il silenzio finale, mentre le lacrime di molti si confondevano con la notte.
Anche quest'anno, Ruvo non ha semplicemente ricordato la Passione, l'ha vissuta. Con ogni passo, con ogni respiro. E nella bellezza struggente di questo rito antico, ha ritrovato la forza di credere ancora.