
Vita di città
Storia Viva - Speciale Riti di Passione: il lunedì dell'Angelo e Calentano, un antico legame
Le origini della festa campestre nella storia
Ruvo - lunedì 21 aprile 2025
9.43
A otto chilometri da Ruvo di Puglia, nel piccolo borgo di Calentano, si chiudono ogni anno i solenni riti pasquali con una suggestiva e sentita processione che si svolge nel pomeriggio del Lunedì dell'Angelo. Il fulcro della celebrazione è il Santuario di Santa Maria di Calentano, antico luogo di culto che da secoli custodisce la devozione mariana dei ruvesi.
Protagonista del corteo è la statua dell'Annunciazione, opera in cartapesta realizzata nella seconda metà del Novecento dallo scultore barese Carmelo Bruno. Il simulacro, che rappresenta l'Arcangelo Gabriele nell'atto di annunciare a Maria la maternità divina, riprende nella postura e nei gesti il celebre dipinto del 1623 di Orazio Gentileschi, conservato nella Galleria Sabauda di Torino. In occasione della festa liturgica del 25 marzo di quest'anno, la statua è stata incoronata con un nuovo diadema, segno di rinnovata devozione e cura artistica.
Ma la particolarità della celebrazione del Lunedì di Pasqua risiede nel suo valore simbolico: l'immagine dell'Angelo che annuncia la nascita di Gesù diventa, nel contesto pasquale, quella dell'angelo che annuncia alle tre Marie la resurrezione di Cristo. Questo duplice significato rende la processione un ponte ideale tra l'Incarnazione e la Pasqua, tra l'inizio della vita terrena del Salvatore e il compimento del suo mistero salvifico.
Dopo la celebrazione della messa nel santuario, il corteo si snoda per le vie del borgo. La statua, portata a spalla da devoti, è accompagnata dalle marce allegre della banda musicale, in un clima di festa e di gioiosa partecipazione.
Testimonianza antica di un diretto legame tra il tempo pasquale e la Madonna venerata in questo borgo viene da un documento del 5 aprile 1553 nel quale è riportato che 6 o 10 sacerdoti nella "feria tertia" di Pasqua andavano a "cantar messa a S. Maria di Calentano dove in detta ecclesia ci è una grande indulgenzia". Il documento, sottoscritto da D. Ambrosio arcidiacono, D. Mauro de Basile arciprete, dai princeri di Mondellis e D. Cleto de Basile e dal notaio D. Giovanni Brucoli, rappresenta un'importante testimonianza che lega la tradizione alla storia.
La festa dell'Annunziata, solennizzata liturgicamente il 25 marzo, trova così un secondo momento di espressione collettiva proprio nel Lunedì dell'Angelo, diventando il sigillo dei riti pasquali ruvestini. Un appuntamento che richiama fedeli anche dai paesi vicini e che restituisce a Calentano, per un giorno, il ruolo di cuore pulsante della spiritualità popolare del territorio.
Protagonista del corteo è la statua dell'Annunciazione, opera in cartapesta realizzata nella seconda metà del Novecento dallo scultore barese Carmelo Bruno. Il simulacro, che rappresenta l'Arcangelo Gabriele nell'atto di annunciare a Maria la maternità divina, riprende nella postura e nei gesti il celebre dipinto del 1623 di Orazio Gentileschi, conservato nella Galleria Sabauda di Torino. In occasione della festa liturgica del 25 marzo di quest'anno, la statua è stata incoronata con un nuovo diadema, segno di rinnovata devozione e cura artistica.
Ma la particolarità della celebrazione del Lunedì di Pasqua risiede nel suo valore simbolico: l'immagine dell'Angelo che annuncia la nascita di Gesù diventa, nel contesto pasquale, quella dell'angelo che annuncia alle tre Marie la resurrezione di Cristo. Questo duplice significato rende la processione un ponte ideale tra l'Incarnazione e la Pasqua, tra l'inizio della vita terrena del Salvatore e il compimento del suo mistero salvifico.
Dopo la celebrazione della messa nel santuario, il corteo si snoda per le vie del borgo. La statua, portata a spalla da devoti, è accompagnata dalle marce allegre della banda musicale, in un clima di festa e di gioiosa partecipazione.
Testimonianza antica di un diretto legame tra il tempo pasquale e la Madonna venerata in questo borgo viene da un documento del 5 aprile 1553 nel quale è riportato che 6 o 10 sacerdoti nella "feria tertia" di Pasqua andavano a "cantar messa a S. Maria di Calentano dove in detta ecclesia ci è una grande indulgenzia". Il documento, sottoscritto da D. Ambrosio arcidiacono, D. Mauro de Basile arciprete, dai princeri di Mondellis e D. Cleto de Basile e dal notaio D. Giovanni Brucoli, rappresenta un'importante testimonianza che lega la tradizione alla storia.
La festa dell'Annunziata, solennizzata liturgicamente il 25 marzo, trova così un secondo momento di espressione collettiva proprio nel Lunedì dell'Angelo, diventando il sigillo dei riti pasquali ruvestini. Un appuntamento che richiama fedeli anche dai paesi vicini e che restituisce a Calentano, per un giorno, il ruolo di cuore pulsante della spiritualità popolare del territorio.