
Religioni
Sotto gli occhi di Dio e della città: i ‘sepolcri’ di Ruvo di Puglia nella sera del Giovedì Santo
Altari della Reposizione in tutte le parrocchie, tra silenzio, luci soffuse e gesti antichi
Ruvo - venerdì 18 aprile 2025
Ieri sera le chiese di Ruvo sono diventate scrigni silenziosi di luce e mistero. Al termine della Messa in Coena Domini, celebrata in tutte le parrocchie, sono stati allestiti gli Altari della Reposizione – noti affettuosamente dai ruvesi come "sepolcri" – in un'atmosfera di raccoglimento.
Il rito, centrale nella liturgia del Giovedì Santo, rievoca il momento in cui Gesù si ritira nell'Orto degli Ulivi, affidando il sacramento dell'Eucaristia ai suoi discepoli. Simbolicamente, l'Eucaristia viene "riposta" in uno spazio separato, per essere adorata fino al Venerdì Santo.
Nella Concattedrale, la celebrazione è culminata nel rito della lavanda dei piedi, un gesto che richiama con forza il significato del servizio e dell'umiltà.
Anche nelle altre parrocchie della città, il rito è stato seguito da un silenzioso fermento: ministri, confratelli e fedeli si sono messi all'opera per preparare gli Altari della Reposizione. Ogni chiesa ha scelto uno stile diverso, dal minimalismo contemplativo ai fiori abbondanti, ma in tutte dominava la stessa atmosfera di solennità.
Sebbene la tradizione popolare li chiami "sepolcri", il significato teologico è ben diverso: non si tratta della tomba di Cristo, ma di un luogo in cui custodire il pane consacrato, in attesa della celebrazione della Passione. L'altare, così allestito, diventa una tappa per un piccolo pellegrinaggio cittadino.
Un tempo si visitavano sette chiese, numero simbolico che rimanda ai dolori della Vergine Maria. Anche ieri, in molti hanno seguito questa consuetudine, percorrendo a piedi le vie del centro storico, fermandosi in preghiera, accarezzando con lo sguardo fiori, veli, luci tremolanti e simboli sacri.
Il centro storico si è riempito di voci sussurrate e passi lenti. Alla Chiesa del Carmine, l'Arciconfraternita ha predisposto l'esposizione delle statue che sfileranno oggi nel Venerdì Santo. In molte parrocchie, le luci sono state abbassate per far spazio al chiarore delle candele, lasciando che fosse la devozione a illuminare gli sguardi.
C'è qualcosa di profondamente intimo e comunitario in questa sera. Ogni fedele, fermandosi davanti all'altare, porta con sé il proprio dolore, la propria speranza, la propria attesa. Ma lo fa insieme agli altri. La città intera, in silenzio, si ritrova ai piedi di Dio. E anche chi passa solo per curiosità si lascia catturare da questo tempo sospeso.
Il rito, centrale nella liturgia del Giovedì Santo, rievoca il momento in cui Gesù si ritira nell'Orto degli Ulivi, affidando il sacramento dell'Eucaristia ai suoi discepoli. Simbolicamente, l'Eucaristia viene "riposta" in uno spazio separato, per essere adorata fino al Venerdì Santo.
Nella Concattedrale, la celebrazione è culminata nel rito della lavanda dei piedi, un gesto che richiama con forza il significato del servizio e dell'umiltà.
Anche nelle altre parrocchie della città, il rito è stato seguito da un silenzioso fermento: ministri, confratelli e fedeli si sono messi all'opera per preparare gli Altari della Reposizione. Ogni chiesa ha scelto uno stile diverso, dal minimalismo contemplativo ai fiori abbondanti, ma in tutte dominava la stessa atmosfera di solennità.
Sebbene la tradizione popolare li chiami "sepolcri", il significato teologico è ben diverso: non si tratta della tomba di Cristo, ma di un luogo in cui custodire il pane consacrato, in attesa della celebrazione della Passione. L'altare, così allestito, diventa una tappa per un piccolo pellegrinaggio cittadino.
Un tempo si visitavano sette chiese, numero simbolico che rimanda ai dolori della Vergine Maria. Anche ieri, in molti hanno seguito questa consuetudine, percorrendo a piedi le vie del centro storico, fermandosi in preghiera, accarezzando con lo sguardo fiori, veli, luci tremolanti e simboli sacri.
Il centro storico si è riempito di voci sussurrate e passi lenti. Alla Chiesa del Carmine, l'Arciconfraternita ha predisposto l'esposizione delle statue che sfileranno oggi nel Venerdì Santo. In molte parrocchie, le luci sono state abbassate per far spazio al chiarore delle candele, lasciando che fosse la devozione a illuminare gli sguardi.
C'è qualcosa di profondamente intimo e comunitario in questa sera. Ogni fedele, fermandosi davanti all'altare, porta con sé il proprio dolore, la propria speranza, la propria attesa. Ma lo fa insieme agli altri. La città intera, in silenzio, si ritrova ai piedi di Dio. E anche chi passa solo per curiosità si lascia catturare da questo tempo sospeso.