
Vita di città
Storia Viva - Il legame indissolubile tra i ruvesi e i Santi Medici Cosma e Damiano
Dal 1911 i due fratelli medici anargiri raccolgono le preghiere dei fedeli
Ruvo - martedì 23 settembre 2025
C'è un filo che da oltre cent'anni lega Ruvo di Puglia ai fratelli Cosma e Damiano, i santi medici anargiri – dal greco anargyroi, "senza denaro" – venerati per la loro opera gratuita a favore dei malati e dei poveri. Una devozione che, nata agli inizi del Novecento, è oggi parte integrante dell'identità religiosa e culturale della città.
Il 1911 segna una data fondamentale: in quell'anno furono realizzate le statue vestite dei Santi Cosma e Damiano, donate alla città dalle sorelle Maria ed Elisabetta Altamura. Le immagini furono scolpite dallo scultore ruvese Giuseppe Pellegrini che modellò in cartapesta volti e arti, mentre la struttura interna, in legno, fu completata con imbottiture di bambagia e crine.
Secondo l'iconografia tradizionale, i due taumaturghi portano la palma del martirio e la cassetta degli strumenti medici. Le loro vesti, dalle forme orientali, richiamano la provenienza dei santi, mentre i colori accademici – rosso e verde – ricordano la professione medica.
La devozione popolare non conobbe mai interruzioni. Negli anni Cinquanta, anzi, fu rilanciata grazie al restauro della piccola chiesa di Santa Maria di San Luca in via Le Monache, chiusa da tempo. Nel 1952, completati i lavori, i simulacri furono trasferiti dalla Cattedrale alla chiesetta per volere del vescovo Aurelio Marena. Due anni più tardi nacque la Pia Unione dei Santi Medici, incaricata di organizzare il culto e la festa esterna, celebrata a settembre in concomitanza con la Fiera di Sant'Angelo.
Negli anni Sessanta, la festa dei Santi Medici si arricchì ulteriormente con l'accorpamento della celebrazione di San Rocco, compatrono della città. La processione principale, inizialmente fissata il 26 settembre, fu spostata alla domenica successiva per favorire la partecipazione popolare. Col tempo, un segno toccante della devozione divenne la presenza di uomini e donne che, scalzi, seguono i simulacri in processione come ringraziamento per una grazia ricevuta. Tanti bambini negli anni hanno invece indossato piccoli abiti realizzati a modello di quelli dei santi: rappresentano il simbolo visibile di una grazia ricevuta, veri ex voto viventi.
Agli inizi del XXI secolo, le statue furono sottoposte a un accurato restauro, seguito dalla Soprintendenza, che ne restituì i dettagli originari e le arricchì con nuove palme d'argento e un elegante piedistallo in legno scolpito. Nel 2011, in occasione del centenario delle statue, una sottoscrizione popolare permise di realizzare due nuove vesti, riccamente decorate e ricamate in oro, benedette da mons. Luigi Martella.
Oggi, a più di un secolo dalla loro realizzazione, le statue dei Santi Medici continuano a essere simbolo di speranza e fede per la comunità ruvese. Cosma e Damiano, medici senza denaro, restano ancora oggi punto di riferimento per generazioni di fedeli che li invocano con devozione.
Il 1911 segna una data fondamentale: in quell'anno furono realizzate le statue vestite dei Santi Cosma e Damiano, donate alla città dalle sorelle Maria ed Elisabetta Altamura. Le immagini furono scolpite dallo scultore ruvese Giuseppe Pellegrini che modellò in cartapesta volti e arti, mentre la struttura interna, in legno, fu completata con imbottiture di bambagia e crine.
Secondo l'iconografia tradizionale, i due taumaturghi portano la palma del martirio e la cassetta degli strumenti medici. Le loro vesti, dalle forme orientali, richiamano la provenienza dei santi, mentre i colori accademici – rosso e verde – ricordano la professione medica.
La devozione popolare non conobbe mai interruzioni. Negli anni Cinquanta, anzi, fu rilanciata grazie al restauro della piccola chiesa di Santa Maria di San Luca in via Le Monache, chiusa da tempo. Nel 1952, completati i lavori, i simulacri furono trasferiti dalla Cattedrale alla chiesetta per volere del vescovo Aurelio Marena. Due anni più tardi nacque la Pia Unione dei Santi Medici, incaricata di organizzare il culto e la festa esterna, celebrata a settembre in concomitanza con la Fiera di Sant'Angelo.
Negli anni Sessanta, la festa dei Santi Medici si arricchì ulteriormente con l'accorpamento della celebrazione di San Rocco, compatrono della città. La processione principale, inizialmente fissata il 26 settembre, fu spostata alla domenica successiva per favorire la partecipazione popolare. Col tempo, un segno toccante della devozione divenne la presenza di uomini e donne che, scalzi, seguono i simulacri in processione come ringraziamento per una grazia ricevuta. Tanti bambini negli anni hanno invece indossato piccoli abiti realizzati a modello di quelli dei santi: rappresentano il simbolo visibile di una grazia ricevuta, veri ex voto viventi.
Agli inizi del XXI secolo, le statue furono sottoposte a un accurato restauro, seguito dalla Soprintendenza, che ne restituì i dettagli originari e le arricchì con nuove palme d'argento e un elegante piedistallo in legno scolpito. Nel 2011, in occasione del centenario delle statue, una sottoscrizione popolare permise di realizzare due nuove vesti, riccamente decorate e ricamate in oro, benedette da mons. Luigi Martella.
Oggi, a più di un secolo dalla loro realizzazione, le statue dei Santi Medici continuano a essere simbolo di speranza e fede per la comunità ruvese. Cosma e Damiano, medici senza denaro, restano ancora oggi punto di riferimento per generazioni di fedeli che li invocano con devozione.


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