Monte De Feudis
Monte De Feudis
Vita di città

Storia Viva - Il Monte De Feudis di Ruvo di Puglia, un modello di solidarietà popolare

Da un Monte Frumentario a un Monte dei Pegni con l'idea fissa di aiutare la classe agricola

Nel panorama delle istituzioni benefiche del passato, il Monte "De Feudis" di Ruvo di Puglia spicca per la sua profonda e duratura impronta sociale, evolutasi da un Monte Frumentario a un Monte dei Pegni e, successivamente, a una Banca Agricola di Anticipazioni. L'elemento costante e più significativo di questa storia è la sua intrinseca vocazione all'assistenza e al sostegno delle classi meno abbienti, in particolare i piccoli agricoltori.

L'origine di questo nobile intento risale al lontano 1794, quando gli eredi De Feudis di Ruvo fondarono un Monte Frumentario. La sua nascita fu un atto di profonda beneficenza: Domenico Terlizzi De Feudis, adempiendo alle volontà della moglie Angela Azzella, destinò un cospicuo lascito alla creazione di un "Luogo Pio". La sua "fissa idea" era quella di aiutare la classe agricola, liberandola dall'oppressione dell'usura e promuovendo l'agricoltura attraverso la concessione di prestiti di grano. Questo primo passo fu un baluardo contro la speculazione e un motore per lo sviluppo locale.

Con il mutare delle esigenze economiche, l'istituzione si trasformò. Nel 1863, il Consiglio Municipale destinò parte del capitale frumentario alla fondazione di un Monte dei Pegni "De Feudis", formalmente decretato nel 1877. Questa transizione, e la successiva evoluzione nel 1884 in Banca Agricola di Anticipazioni, non ne snaturò la missione originaria, ma anzi la consolidò su nuove basi finanziarie.

Il cuore pulsante della sua funzione sociale è evidente nell'Art. 5 dello Statuto del 1916 del Monte dei Pegni: "Nelle operazioni di pignorazione giornaliera, le richieste dei piccoli agricoltori devono essere preferite, in quanto il patrimonio è destinato unicamente ad agevolare e assistere tale classe." Questa clausola non era un semplice cavillo burocratico, ma un chiaro impegno a favore dei più vulnerabili. In un'epoca di precarietà economica e scarsità di accesso al credito, il Monte dei Pegni offriva una soluzione accessibile, con un tasso di interesse contenuto (6% annuo) e la possibilità di rinnovare i prestiti fino a dodici mesi, un aspetto cruciale per le "classi disperate" che necessitavano di tempi più lunghi per riassestarsi.

L'amministrazione del Monte, composta da un Presidente e quattro membri che operavano gratuitamente, rifletteva la vocazione di servizio dell'istituto. La rigorosa gestione dei fondi, con gli utili reinvestiti per rafforzare la solidità del Monte, assicurava la continuità della sua opera benefica. Anche la destinazione delle eccedenze derivanti dalla vendita dei pegni non riscattati – che dopo cinque anni diventavano proprietà dell'Istituto e venivano destinate a fini di beneficenza – sottolinea la circolarità virtuosa di un fondo creato per il benessere della comunità.

Il Monte "De Feudis" non fu solo un'istituzione finanziaria, ma un vero e proprio faro di solidarietà che, attraverso i secoli, ha dimostrato come la lungimiranza e l'impegno sociale possano tradursi in un sostegno concreto per le fasce più deboli della popolazione, contribuendo a un tessuto sociale più equo e resiliente. Il ricordo di Domenico Terlizzi De Feudis e del suo sacrificio personale per realizzare una "gran colonna frumentaria" a beneficio degli agricoltori, testimonia la forza di un'idea che ha resistito al tempo, incarnando i valori di assistenza e dignità.
Altri contenuti a tema
Storia Viva - La Madonna di Loreto a Ruvo, una devozione antica che ritorna Storia Viva - La Madonna di Loreto a Ruvo, una devozione antica che ritorna Dalla campana del 1483 al dipinto del Novecento, la venerazione lauretana ha attraversato i secoli
Storia Viva - Un “paradiso” a Sant’Angelo per l'Immacolata Storia Viva - Un “paradiso” a Sant’Angelo per l'Immacolata 1879. Cronaca di un giubileo che trasformò la chiesa di Sant’Angelo in un mare di devozione
Storia Viva - La chiesa e la festa di santa Caterina d’Alessandria Storia Viva - La chiesa e la festa di santa Caterina d’Alessandria Una tradizione scomparsa nel centro storico di Ruvo di Puglia
Storia Viva - Santa Cecilia nella chiesa del Purgatorio, un frammento d'arte Storia Viva - Santa Cecilia nella chiesa del Purgatorio, un frammento d'arte Nella chiesa, fino a qualche decennio fa, risuonavano le prime nenie natalizie
Storia Viva - La Sagra dell’Uva a Ruvo di Puglia: festa e propaganda Storia Viva - La Sagra dell’Uva a Ruvo di Puglia: festa e propaganda Negli anni Trenta la Sagra fu modello di mobilitazione giovanile per il Fascismo
Storia Viva - Il sacrificio di Giuseppe Paparella: la storia ritrovata di un giovane ruvese nella Grande Guerra Storia Viva - Il sacrificio di Giuseppe Paparella: la storia ritrovata di un giovane ruvese nella Grande Guerra Gli studenti del “Sylos-Fiore” di Terlizzi fanno rivivere il volto di un ragazzo di Ruvo caduto sul Monte Asolone nel 1918
5 maggio 1915. Ruvo di Puglia ricorda i Mille tra patriottismo e fervore interventista 5 maggio 1915. Ruvo di Puglia ricorda i Mille tra patriottismo e fervore interventista Anche Ruvo di Puglia commemorò la spedizione di Garibaldi alla vigilia dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra
Storia Viva - Il Kaiser di Germania Guglielmo II visita la Cattedrale Storia Viva - Il Kaiser di Germania Guglielmo II visita la Cattedrale La visita imperiale del 29 aprile 1905 tra l'entusiasmo popolare e lo splendore dell'arte medievale
© 2001-2025 RuvoViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
RuvoViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.