Domenico Cotugno
Domenico Cotugno
Vita di città

Storia Viva - L'inaugurazione della lapide sulla casa natale di Domenico Cotugno

Il ricordo dell’anatomista che scoprì il liquido cerebrospinale e rivoluzionò la scienza medica

Il 6 ottobre di 182 anni fa moriva a Napoli Domenico Cotugno (1736–1822), uno dei più illustri medici e anatomisti del Settecento europeo. Nato a Ruvo di Puglia il 29 gennaio 1736, Cotugno dedicò la vita allo studio dell'anatomia e della fisiologia, lasciando contributi fondamentali alla scienza moderna: fu tra i primi a descrivere il liquido cerebrospinale, che da lui prese il nome di liquor Cotunnii, e a indagare con metodo scientifico le patologie dell'orecchio interno, aprendo la strada alla moderna otologia.
Allievo dell'Università di Napoli, dove divenne poi docente e rettore, fu medico personale della famiglia reale borbonica e membro di numerose accademie scientifiche italiane e straniere. Alla sua morte, avvenuta il 6 ottobre 1822, lasciò un vuoto profondo nella comunità medica e culturale del Regno di Napoli.

Sessantanove anni dopo la sua scomparsa, il 6 ottobre 1891, Ruvo di Puglia volle rendere omaggio al suo figlio più celebre con una grande cerimonia pubblica, durante la quale fu scoperta una lapide commemorativa sulla casa natale di Cotugno, in Largo Forno Montaruli — da allora Largo Cotugno.
L'iniziativa, deliberata dal Consiglio comunale e curata dal cavaliere Giovanni Jatta, autore anche dell'iscrizione, radunò un imponente corteo di autorità civili, scolastiche e religiose, oltre a una folla di cittadini accorsi da ogni parte della città.

L'iscrizione, incisa sulla lapide, ricorda così l'anatomista ruvese:
Il giorno XXIX gennaio del MDCCXXXVI / in questa casa nacque / l'Illustre Medico e celebre Anatomico
DOMENICO COTUGNO / il cui nome / affidato agli Organi dell'Udito / da lui primieramente scoperti / durerà quanto l'Uomo.


Il Municipio di Ruvo di Puglia / a memoria di tanta gloria cittadina / l'Anno 1891 / questa lapide pose.
Durante la cerimonia, presero la parola Domenico Del Bene, l'assesore Fenicia in nome dell'Amministrazione Comunale e il consigliere provinciale dottor Lojodice, che in un lungo e appassionato discorso ripercorse i meriti scientifici e morali del Cotugno, salutando i parenti presenti e incitando i giovani a seguirne l'esempio: "Giovani, coll'assuefarvi alla meditazione vi conserverete fedeli alla verità. Ricordatevi di siete italiani — progenie di sapienti! — sollevate i vostri animi generosi; e noti per grandi cose affidatevi alla memoria della vostra origine e rivendicate alla patria l'alto splendore." L'orazione fu seguita dagli interventi del teologo Basile e di altri rappresentanti della cultura locale.

Tra gli applausi generali, il signor Giuseppe Chieco propose di concludere la giornata con una dimostrazione patriottica in difesa della memoria di Vittorio Emanuele II, il cui monumento funebre nel Pantheon a Roma era stato oltraggiato pochi giorni prima da alcuni francesi al grido "Libertè, libertè, libertè". La proposta fu accolta con entusiasmo, e una folla di cittadini percorse la città al suono dell'inno di Garibaldi, con bandiere e torce tricolori, fino al Palazzo di Città.
Il Fenicia, telegrafò al Ministro dell'Interno a Roma, comunicando con orgoglio che Ruvo di Puglia aveva onorato la memoria di Cotugno senza dimenticare l'oltraggio a Sua Maestà "innegiandosi unità della patria, fede Dinastia Sabauda."

Alla lapide furono sospese corone d'alloro, tra cui quella della famiglia Cotugno e un'altra delle scuole cittadine. Per l'occasione, il tipografo Speranza ristampò le Note biografiche di Giovanni Jatta, arricchite con lettere inedite del medico e una poesia del professor Introna, direttore delle Scuole Tecniche di Ruvo.
La giornata si concluse tra emozione e orgoglio civico, in un clima di grande partecipazione popolare.
Il Corriere delle Puglie che raccontò l'evento, il giorno seguente, scrisse: "La cerimonia riuscì senza inconvenienti, e commoventissima. Lode di ciò va data principalmente all'egregio assessore Fenicia e all'impegno dei giovani studenti capitanati dall'avv. Francesco Jatta, che con provvedimenti opportuni resero denso l'avvenimento di vero entusiasmo e d'amore per l'arte di questa cittadinanza."

A quasi due secoli dalla sua morte, la figura di Domenico Cotugno continua a rappresentare un modello di rigore scientifico, passione umanistica e impegno civile. La sua eredità vive nella memoria della sua città natale, che ancora oggi con epigrafi, monumenti e toponomastica ne rinnova il ricordo con gratitudine e orgoglio.

Fonte: Corriere delle Puglie, 7 ottobre 1891
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