
Vita di città
Storia Viva - Ruvo, Bisceglie e la sacra contesa dei tre Santi Mauro, Sergio e Pantaleone
Il miracolo dei buoi e l’origine leggendaria della festa patronale di Bisceglie, che coinvolge anche Ruvo e Andria
Ruvo - martedì 29 luglio 2025
16.52
La vivace città adriatica di Bisceglie, custode di memorie antiche, si appresta a celebrare con solenne fervore i suoi tre Santi Patroni: San Mauro vescovo, San Sergio e San Pantaleone, cavalieri e martiri della fede.
Una leggenda dal sapore arcaico, che affonda le radici nel mito e nella tradizione orale, accomuna le vicende fondative di questa festa a quelle di altre città pugliesi, in particolare alla festa di Terlizzi e alla diatriba con Bitonto, rievocando un tempo in cui le reliquie dei santi suscitavano contese tra comunità bramose di gloria spirituale e protezione celeste. In questa suggestiva narrazione si inseriscono le città di Ruvo di Puglia e Andria, che insieme a Bisceglie si contesero, secondo la leggenda, le sacre ossa dei tre martiri.
Il culto dei Santi Mauro, Sergio e Pantaleone fu introdotto a Bisceglie nel corso del XII secolo, ma secondo la tradizione agiografica, il loro martirio risalirebbe all'anno 117 d.C. Le loro spoglie, miracolosamente rinvenute presso il casale di Sagina, lungo l'odierna strada che collega Bisceglie a Corato, divennero immediatamente oggetto di profonda venerazione.
La disputa tra le città fu affidata, come spesso accadeva nel Medioevo, alla volontà divina manifestata per mezzo della natura. Le reliquie vennero adagiate su un carro trainato da due buoi, che furono lasciati liberi di muoversi senza guida.
Il carro, dopo un breve tragitto, si arrestò in un luogo impervio e fangoso, a circa quattro chilometri da Bisceglie, dove i giovenchi scivolarono nel terreno intriso dalla pioggia. In quel punto, che da allora fu chiamato "Pedata dei Santi", si può ancora oggi visitare una piccola cappella votiva, nella quale si conserva l'impronta lasciata dagli animali, ritenuta segno tangibile dell'intervento celeste.
Inizialmente, le reliquie furono accolte nella chiesa di San Fortunato – oggi chiesa della Misericordia – quindi trasferite presso la chiesa di San Bartolomeo, situata nei pressi della Porta di Zappino, e infine, il 30 luglio dello stesso anno, vennero solennemente collocate nella Cripta della Cattedrale di Bisceglie, appositamente realizzata in poco più di due mesi di fervido lavoro. Al sacro rito partecipò, quasi a voler sancire la pace dopo le beghe di campanile, anche il vescovo di Ruvo Urso.
La prima scoperta, e soprattutto il successivo e più solenne secondo ritrovamento delle Sacre Ossa, permisero la nascita della festa patronale dei Tre Santi, espressione di una devozione popolare capace di resistere all'oblio e di rinnovarsi nei secoli. Ancora oggi, con celebrazioni civili e religiose che coinvolgono l'intera città nella seconda settimana di agosto, la comunità di Bisceglie rinnova il legame profondo con i suoi Patroni, custodi spirituali e simboli di un'identità condivisa, orgogliosa delle proprie radici storiche.
Ed è suggestivo ricordare come anche Ruvo di Puglia, che secondo la leggenda prese parte all'antica contesa per le reliquie, si trovi idealmente congiunta a Bisceglie non solo dalla geografia, ma da un intreccio di memorie, devozioni e storie condivise, che ancora oggi raccontano l'unità profonda di una terra antica, sospesa tra il sacro e il mito.
Una leggenda dal sapore arcaico, che affonda le radici nel mito e nella tradizione orale, accomuna le vicende fondative di questa festa a quelle di altre città pugliesi, in particolare alla festa di Terlizzi e alla diatriba con Bitonto, rievocando un tempo in cui le reliquie dei santi suscitavano contese tra comunità bramose di gloria spirituale e protezione celeste. In questa suggestiva narrazione si inseriscono le città di Ruvo di Puglia e Andria, che insieme a Bisceglie si contesero, secondo la leggenda, le sacre ossa dei tre martiri.
Il culto dei Santi Mauro, Sergio e Pantaleone fu introdotto a Bisceglie nel corso del XII secolo, ma secondo la tradizione agiografica, il loro martirio risalirebbe all'anno 117 d.C. Le loro spoglie, miracolosamente rinvenute presso il casale di Sagina, lungo l'odierna strada che collega Bisceglie a Corato, divennero immediatamente oggetto di profonda venerazione.
La disputa tra le città fu affidata, come spesso accadeva nel Medioevo, alla volontà divina manifestata per mezzo della natura. Le reliquie vennero adagiate su un carro trainato da due buoi, che furono lasciati liberi di muoversi senza guida.
Il carro, dopo un breve tragitto, si arrestò in un luogo impervio e fangoso, a circa quattro chilometri da Bisceglie, dove i giovenchi scivolarono nel terreno intriso dalla pioggia. In quel punto, che da allora fu chiamato "Pedata dei Santi", si può ancora oggi visitare una piccola cappella votiva, nella quale si conserva l'impronta lasciata dagli animali, ritenuta segno tangibile dell'intervento celeste.
Inizialmente, le reliquie furono accolte nella chiesa di San Fortunato – oggi chiesa della Misericordia – quindi trasferite presso la chiesa di San Bartolomeo, situata nei pressi della Porta di Zappino, e infine, il 30 luglio dello stesso anno, vennero solennemente collocate nella Cripta della Cattedrale di Bisceglie, appositamente realizzata in poco più di due mesi di fervido lavoro. Al sacro rito partecipò, quasi a voler sancire la pace dopo le beghe di campanile, anche il vescovo di Ruvo Urso.
La prima scoperta, e soprattutto il successivo e più solenne secondo ritrovamento delle Sacre Ossa, permisero la nascita della festa patronale dei Tre Santi, espressione di una devozione popolare capace di resistere all'oblio e di rinnovarsi nei secoli. Ancora oggi, con celebrazioni civili e religiose che coinvolgono l'intera città nella seconda settimana di agosto, la comunità di Bisceglie rinnova il legame profondo con i suoi Patroni, custodi spirituali e simboli di un'identità condivisa, orgogliosa delle proprie radici storiche.
Ed è suggestivo ricordare come anche Ruvo di Puglia, che secondo la leggenda prese parte all'antica contesa per le reliquie, si trovi idealmente congiunta a Bisceglie non solo dalla geografia, ma da un intreccio di memorie, devozioni e storie condivise, che ancora oggi raccontano l'unità profonda di una terra antica, sospesa tra il sacro e il mito.


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