
Vita di città
Storia Viva - Santa Cecilia nella chiesa del Purgatorio, un frammento d'arte
Nella chiesa, fino a qualche decennio fa, risuonavano le prime nenie natalizie
Ruvo - mercoledì 19 novembre 2025
Il 22 novembre, quando l'attesa del Natale si fa più palpabile, la Chiesa celebra Santa Cecilia, patrona della musica e dei musicisti. Le antiche narrazioni raccontano che, nel giorno delle sue nozze con il nobile Valeriano, mentre nella sua casa risuonavano organi e canti festosi, la giovane martire elevasse nel suo cuore una preghiera segreta: «Conserva, o Signore, immacolati il mio cuore e il mio corpo, affinché non resti confusa». È questo sussurro interiore a suggellare la sua fama di santa melodiosa e purissima.
A Ruvo di Puglia, la sua memoria è legata alla chiesa del Purgatorio, dove fino a qualche decennio fa, nel giorno della sua festa, si dava avvio alle prime musiche e nenie natalizie. Qui, sulla volta della navata dedicata alle anime purganti, si conserva una raffigurazione della santa, posta in prossimità dell'organo. Il vecchio strumento, collocato nel 1714 sopra la Porta Maggiore grazie all'acquisto effettuato dall'arcidiacono Rubini, fu pagato 107 ducati e 80 grana, con ulteriori 50 ducati destinati all'orchestra. L'organo attuale è invece più recente.
La figura di Cecilia, racchiusa in una cornice di stucco, appare intenta a suonare un piccolo organo a canne, con un giglio bianco sulle ginocchia, simbolo della sua purezza. Essa riprende un noto dipinto di Carlo Dolci, la Santa Cecilia all'organo, realizzata nel 1671 e oggi conservata alla Gemäldegalerie di Dresda. Il pittore anonimo ruvese, tuttavia, non si limitò a copiarla: adattò la composizione allo spazio disponibile, modificando l'aspetto dell'organo, la parte inferiore della scena e la colorazione delle vesti.
Ci troviamo così davanti a un'opera d'ambito artigianale e devozionale, affine ai molti tondi e dipinti che ornano la volta della chiesa, dedicati ai santi e alle pratiche religiose più sentite dalla comunità. Un'immagine discreta, ma preziosa, che continua a raccontare la storia di una Ruvo devota e musicale che si mette sempre in ascolto delle dolci melodie dell'anima.
A Ruvo di Puglia, la sua memoria è legata alla chiesa del Purgatorio, dove fino a qualche decennio fa, nel giorno della sua festa, si dava avvio alle prime musiche e nenie natalizie. Qui, sulla volta della navata dedicata alle anime purganti, si conserva una raffigurazione della santa, posta in prossimità dell'organo. Il vecchio strumento, collocato nel 1714 sopra la Porta Maggiore grazie all'acquisto effettuato dall'arcidiacono Rubini, fu pagato 107 ducati e 80 grana, con ulteriori 50 ducati destinati all'orchestra. L'organo attuale è invece più recente.
La figura di Cecilia, racchiusa in una cornice di stucco, appare intenta a suonare un piccolo organo a canne, con un giglio bianco sulle ginocchia, simbolo della sua purezza. Essa riprende un noto dipinto di Carlo Dolci, la Santa Cecilia all'organo, realizzata nel 1671 e oggi conservata alla Gemäldegalerie di Dresda. Il pittore anonimo ruvese, tuttavia, non si limitò a copiarla: adattò la composizione allo spazio disponibile, modificando l'aspetto dell'organo, la parte inferiore della scena e la colorazione delle vesti.
Ci troviamo così davanti a un'opera d'ambito artigianale e devozionale, affine ai molti tondi e dipinti che ornano la volta della chiesa, dedicati ai santi e alle pratiche religiose più sentite dalla comunità. Un'immagine discreta, ma preziosa, che continua a raccontare la storia di una Ruvo devota e musicale che si mette sempre in ascolto delle dolci melodie dell'anima.



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