
Vita di città
Storia Viva - Garibaldi e Galluccio sui muri di Ruvo: i simboli del voto che cambiò l’Italia
Tracce di propaganda elettorale del 1946 e 1948 raccontano l’impegno civile dei ruvesi nel nascente cammino democratico della Repubblica
Ruvo - martedì 10 giugno 2025
Nel cuore di Ruvo di Puglia, tra le vie della città, si conservano ancora oggi tracce silenziose di una storia politica intensa e decisiva: i simboli elettorali dipinti sui muri durante le elezioni cruciali del secondo dopoguerra. Due di questi simboli, il volto di Garibaldi e il Galluccio, raccontano non solo la storia locale, ma anche il più ampio cammino della Repubblica Italiana verso la democrazia.
In largo Di Vagno, nei pressi della Scuola Bovio, storica sede del seggio elettorale a Ruvo, ancora si possono scorgere i segni sbiaditi del volto di Giuseppe Garibaldi, dipinto sui muri come simbolo della speranza e della lotta per i diritti sociali.
Il 18 aprile 1948, data delle prime elezioni politiche della neonata Repubblica, il Fronte Democratico Popolare — coalizione che univa il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista — scelse l'immagine di Garibaldi per incarnare gli ideali di libertà, giustizia e unità nazionale. Il volto barbuto dell'eroe risorgimentale era per gli elettori un richiamo potente al passato di lotta contro le ingiustizie e un auspicio per un futuro di rinnovamento democratico.
A Ruvo, la presenza del simbolo in un luogo così centrale e legato al voto sottolinea il ruolo attivo che la comunità locale ebbe in un momento storico in cui l'Italia decise la propria strada fra due visioni di futuro, tra il blocco occidentale e l'influenza sovietica.
A pochi passi, in via Carlo Rosselli all'altezza del civico 37, si trovano invece i resti di un altro simbolo meno noto ma altrettanto significativo: il Galluccio.
Questo emblema, utilizzato nelle elezioni per l'Assemblea Costituente del 2 giugno 1946, rappresentava liste repubblicane e democratiche legate al Partito d'Azione e ad altre formazioni che portarono avanti valori giacobini, ispirati dalla tradizione democratica e laica. Il Galluccio era quindi simbolo di un'Italia che si voleva libera dal passato monarchico e fascista, e pronta a scrivere una Costituzione fondata su principi di uguaglianza e libertà.
La presenza di questo simbolo a Ruvo ricorda l'importanza del voto del 2 giugno 1946, quando gli italiani scelsero con referendum la Repubblica e la Costituente pose le basi della nuova democrazia.
Questi simboli murali, oggi quasi nascosti tra intonaci e segni del tempo, sono un patrimonio prezioso per capire come la comunità ruvestina visse e partecipò alle scelte fondamentali che segnarono la storia dell'Italia repubblicana.
Dal volto di Garibaldi, che rimanda alle elezioni del 1948 e alla sfida ideologica di quegli anni, al Galluccio, emblema di un'Italia che si liberava dalle catene del passato nel 1946, ogni segno racconta una storia di speranza, impegno e passione civica.
In una società oggi spesso disincantata dalla politica, questi frammenti di storia visiva ci ricordano il valore del voto e la forza della partecipazione democratica, che ha costruito la Repubblica italiana e continua a rappresentare la base della nostra convivenza civile.
Note sul "Galluccio" tratte da: https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/03/il-galluccio-per-la-costituente-tra.html
In largo Di Vagno, nei pressi della Scuola Bovio, storica sede del seggio elettorale a Ruvo, ancora si possono scorgere i segni sbiaditi del volto di Giuseppe Garibaldi, dipinto sui muri come simbolo della speranza e della lotta per i diritti sociali.
Il 18 aprile 1948, data delle prime elezioni politiche della neonata Repubblica, il Fronte Democratico Popolare — coalizione che univa il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista — scelse l'immagine di Garibaldi per incarnare gli ideali di libertà, giustizia e unità nazionale. Il volto barbuto dell'eroe risorgimentale era per gli elettori un richiamo potente al passato di lotta contro le ingiustizie e un auspicio per un futuro di rinnovamento democratico.
A Ruvo, la presenza del simbolo in un luogo così centrale e legato al voto sottolinea il ruolo attivo che la comunità locale ebbe in un momento storico in cui l'Italia decise la propria strada fra due visioni di futuro, tra il blocco occidentale e l'influenza sovietica.
A pochi passi, in via Carlo Rosselli all'altezza del civico 37, si trovano invece i resti di un altro simbolo meno noto ma altrettanto significativo: il Galluccio.
Questo emblema, utilizzato nelle elezioni per l'Assemblea Costituente del 2 giugno 1946, rappresentava liste repubblicane e democratiche legate al Partito d'Azione e ad altre formazioni che portarono avanti valori giacobini, ispirati dalla tradizione democratica e laica. Il Galluccio era quindi simbolo di un'Italia che si voleva libera dal passato monarchico e fascista, e pronta a scrivere una Costituzione fondata su principi di uguaglianza e libertà.
La presenza di questo simbolo a Ruvo ricorda l'importanza del voto del 2 giugno 1946, quando gli italiani scelsero con referendum la Repubblica e la Costituente pose le basi della nuova democrazia.
Questi simboli murali, oggi quasi nascosti tra intonaci e segni del tempo, sono un patrimonio prezioso per capire come la comunità ruvestina visse e partecipò alle scelte fondamentali che segnarono la storia dell'Italia repubblicana.
Dal volto di Garibaldi, che rimanda alle elezioni del 1948 e alla sfida ideologica di quegli anni, al Galluccio, emblema di un'Italia che si liberava dalle catene del passato nel 1946, ogni segno racconta una storia di speranza, impegno e passione civica.
In una società oggi spesso disincantata dalla politica, questi frammenti di storia visiva ci ricordano il valore del voto e la forza della partecipazione democratica, che ha costruito la Repubblica italiana e continua a rappresentare la base della nostra convivenza civile.
Note sul "Galluccio" tratte da: https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/03/il-galluccio-per-la-costituente-tra.html