
Vita di città
Storia Viva - La Madonna del Buon Consiglio a Ruvo di Puglia, una devozione secolare
Una tradizione mariana che unisce fede, storia e identità nella chiesa di San Rocco
Ruvo - mercoledì 30 aprile 2025
6.21
Il 26 aprile la Chiesa celebra la Madonna del Buon Consiglio, titolo con cui la Vergine Maria è invocata quale madre sapiente e guida celeste dei suoi figli. L'invocazione, inserita da Leone XIII nelle litanie lauretane con decreto del 1903 (Ex quo Beatissima Vergine), riconosce a Maria, docile interprete del disegno divino, la capacità di ispirare, consolare e orientare le anime.
A Ruvo di Puglia, il culto mariano sotto questo titolo ha radici profonde, risalenti alla prima metà dell'Ottocento, e trova il suo epicentro nella chiesa di San Rocco. Qui si venera un'elegante icona ovale raffigurante la Vergine con il Bambino, ispirata alla miracolosa immagine apparsa nel 1467 a Genazzano, in provincia di Roma. Fu la famiglia Spada, da poco giunta in città, a promuoverne la realizzazione e il culto.
Il 20 maggio 1824, con decreto del Regno delle Due Sicilie, fu istituito un "Monte di sorelle" sotto il patrocinio della Vergine del Buon Consiglio, nucleo dell'attuale Pia Unione, che ancora oggi promuove i riti e le celebrazioni in collaborazione con la confraternita di San Rocco. L'icona fu impreziosita, all'inizio del Novecento, da un'incorniciatura argentea ornata di motivi vegetali e puttini, frutto della devozione dell'arcidiacono don Gaetano Basile.
Nel 1930, il rettore della chiesa, don Angelo Anelli, curò la pubblicazione di un opuscolo contenente la Novena in onore della Vergine. Singolare coincidenza volle che egli si spegnesse proprio il 26 aprile 1932, al termine delle celebrazioni.
Per antica consuetudine, a Ruvo la festa della Madonna si celebrava il 28 aprile, due giorni dopo la memoria liturgica ufficiale, per non sovrapporsi a quella di San Cleto, patrono minore della città, anch'egli ricordato il 26 aprile. Questa prassi è oggi venuta meno: attualmente, le due celebrazioni si svolgono nella medesima giornata, seppur in luoghi distinti, mantenendo viva la tradizione e il senso di appartenenza.
La devozione alla Madonna del Buon Consiglio, espressione di fede autentica e radicata, continua così a scandire i tempi liturgici e spirituali della comunità ruvese, intrecciando storia, pietà popolare e identità religiosa.
A Ruvo di Puglia, il culto mariano sotto questo titolo ha radici profonde, risalenti alla prima metà dell'Ottocento, e trova il suo epicentro nella chiesa di San Rocco. Qui si venera un'elegante icona ovale raffigurante la Vergine con il Bambino, ispirata alla miracolosa immagine apparsa nel 1467 a Genazzano, in provincia di Roma. Fu la famiglia Spada, da poco giunta in città, a promuoverne la realizzazione e il culto.
Il 20 maggio 1824, con decreto del Regno delle Due Sicilie, fu istituito un "Monte di sorelle" sotto il patrocinio della Vergine del Buon Consiglio, nucleo dell'attuale Pia Unione, che ancora oggi promuove i riti e le celebrazioni in collaborazione con la confraternita di San Rocco. L'icona fu impreziosita, all'inizio del Novecento, da un'incorniciatura argentea ornata di motivi vegetali e puttini, frutto della devozione dell'arcidiacono don Gaetano Basile.
Nel 1930, il rettore della chiesa, don Angelo Anelli, curò la pubblicazione di un opuscolo contenente la Novena in onore della Vergine. Singolare coincidenza volle che egli si spegnesse proprio il 26 aprile 1932, al termine delle celebrazioni.
Per antica consuetudine, a Ruvo la festa della Madonna si celebrava il 28 aprile, due giorni dopo la memoria liturgica ufficiale, per non sovrapporsi a quella di San Cleto, patrono minore della città, anch'egli ricordato il 26 aprile. Questa prassi è oggi venuta meno: attualmente, le due celebrazioni si svolgono nella medesima giornata, seppur in luoghi distinti, mantenendo viva la tradizione e il senso di appartenenza.
La devozione alla Madonna del Buon Consiglio, espressione di fede autentica e radicata, continua così a scandire i tempi liturgici e spirituali della comunità ruvese, intrecciando storia, pietà popolare e identità religiosa.