Storia Viva - Largo San Giovanni
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Vita di città

Storia Viva - Largo San Giovanni Rotondo, ricordo di un'antica chiesa scomparsa

Fu forse la prima cattedrale della città, crollò nell’Ottocento e oggi ne resta solo un dipinto. La sorprendente storia di un luogo sacro nel cuore di Ruvo di Puglia.

Tra le chiese più antiche e oggi scomparse di Ruvo di Puglia, un posto di rilievo spetta senza dubbio a quella intitolata a San Giovanni Battista, comunemente nota come San Giovanni Rotondo. La memoria di questo edificio sacro, sopravvissuta nei toponimi urbani e nei frammenti custoditi negli archivi storici, ci riconduce a un tempo lontano in cui la chiesa occupava un ruolo centrale nella vita spirituale della comunità ruvese.

Secondo alcune ipotesi, l'edificio potrebbe risalire ai primissimi secoli di diffusione del Cristianesimo a Ruvo. Taluni studiosi la indicano come la prima cattedrale della città, o almeno una delle più antiche parrocchie. Lo storico ottocentesco Salvatore Fenicia, nella sua opera monografica, trascrive una pergamena oggi perduta, dalla quale si evincerebbe che San Giovanni Rotondo fu sede episcopale; tale notizia gli sarebbe pervenuta tramite un manoscritto del canonico Vito Michele Milani, archivista capitolare. La tradizione tramanda che nei pressi della chiesa fossero stati sepolti il vescovo Giovanni II e altri dodici corpi di santi. Una ricognizione archeologica condotta nel Settecento, nei pressi della casa dotale di un certo Giuseppe Pellicano, non condusse però ai risultati sperati.

Elemento distintivo dell'edificio era la presenza di un battistero, coerente con la dedicazione a San Giovanni Battista. Le fonti, tuttavia, sono discordi circa la sua collocazione: secondo alcuni si trovava all'esterno, sotto un arco gotico che accoglieva due conche in pietra; altri lo descrivono accanto alla porta d'ingresso. In entrambi i casi, la presenza del fonte battesimale sottolinea la centralità del rito battesimale nella vita religiosa cittadina.

Nel XVII secolo, l'antico edificio subì un rovinoso crollo. Grazie all'impegno del vescovo Cristoforo Memmoli e alla generosità di alcuni benefattori locali, fu ricostruito tra il 1631 e il 1636. La nuova chiesa, di dimensioni più contenute rispetto alla precedente, lasciò spazio a una piazzetta sul fronte. Il vescovo Bartolomeo Gambadoro, in una relazione del 1701, ne descrive la semplicità: vi era un unico altare, sul quale campeggiava un dipinto raffigurante la Madonna col Bambino affiancata da San Giovanni Battista e San Sebastiano.

Nel corso del Settecento e dell'Ottocento, l'edificio sacro conobbe un lento e progressivo abbandono. Già nel 1809 lo Stato delle Chiese lo registrava privo di rendita. Secondo lo storico Domenico Andrea Lojodice, prima della sua definitiva scomparsa fu realizzato un disegno della chiesa, inviato al Politecnico di Milano, oggi purtroppo irreperibile.

Negli anni Cinquanta dell'Ottocento, come riferisce lo studioso Bernich, il battistero fu demolito. Il resto della chiesa, ormai in rovina, crollò o fu demolito nel 1864. Dopo l'abbattimento, gli elementi architettonici di maggior pregio furono venduti; il resto del materiale fu disperso o riutilizzato in altri cantieri.

L'unica testimonianza materiale che ancora oggi richiama la memoria della chiesa è una tela conservata nella chiesa del Carmine, raffigurante il Battesimo di Cristo. L'opera, firmata da Achille Iovane e donata nel 1888 dalla famiglia Spada, fu offerta in segno di gratitudine per l'apertura di un varco secondario al proprio palazzo, reso possibile proprio dalla demolizione dell'antico edificio. L'accesso si affaccia su quella che oggi è corso Carafa, già allora un'importante arteria urbana.

La vicenda della chiesa di San Giovanni Rotondo è il racconto di memorie perdute, ma anche di radici profonde nella spiritualità cittadina. Sebbene scomparsa da oltre un secolo e mezzo, il suo ricordo sopravvive nei toponimi, nelle carte antiche e, soprattutto, nella consapevolezza che ogni pietra caduta può ancora custodire una storia da riscoprire.

Fonti: V. Pellegrini, Ruvo Sacra, Fasano 1994. S. Fenicia, Monografia di Ruvo di Magna Grecia, Napoli 1857. M. Di Puppo, La chiesa di San Michele Arcangelo. Disegnare la memoria, la misura e l'armonia, in Mi-Ka-El – Chi è come Dio? La chiesa di San Michele Arcangelo a Ruvo di Puglia, Bari 2018. C. Bucci, Delle antiche chiese di Ruvo, Terlizzi 2014. E. Bernich, La cattedrale e i monumenti di Ruvo, Bari 1901.
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